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Soleimani, così il centrodestra ora si divide sulla politica estera

Il centrodestra italiano si divide sulla politica estera dopo l’eliminazione del generale iraniano Soleimani (e candidato alla successione dell’ayatollah Ali Khamenei). Mentre la Lega plaude senza se e senza ma al drone di Trump, FdI sceglie la via diplomatica e Forza Italia il silenzio: ecco che su un tema delicatissimo come la politica in Medio Oriente le sensibilità divergono.

L’ANALISI DI GIUBILEI

“La destra italiana ha un problema enorme su alcuni temi chiave di politica estera come il rapporto con gli Stati Uniti e la situazione in Medio oriente”. Così Francesco Giubilei, Presidente della Fondazione Tatarella, mette l’accento su una evidenza che si è resa ancora più tale dopo i commenti a seguito dell’eliminazione del generale Soleimani. E scrive: “A destra, anche negli stessi partiti, convivono idee antitetiche, non si tratta di legittime posizioni differenti ma visioni inconciliabili. Mi domando: è possibile far coesistere nella stessa area idee così divergenti? Si può trovare sintesi?”.

LA POSIZIONE DELLA LEGA…

Pro Donald Trump si è schierato, senza se e senza ma, il leader della Lega Matteo Salvini. “Donne e uomini liberi – ha twittato – alla faccia dei silenzi dei pavidi dell’Italia e dell’Unione europea, devono ringraziare Trump e la democrazia americana per aver eliminato Soleimani uno degli uomini più pericolosi e spietati al mondo, un terrorista islamico, un nemico dell’Occidente, di Israele, dei diritti e delle libertà”.

Sulla stessa lunghezza d’onda, se pur con accenti diversi, il sottosegretario agli esteri Guglielmo Picchi, secondo cui uccidere non è mai una soluzione. “Ma senza Soleimani si apre un nuovo capitolo e regime di Teheran è molto più debole. USA hanno riaffermato loro proiezione in Medio Oriente. Popolo Iraniano non sta certo con gli Ayatollah”.

E il numero uno del Copasir, il senatore leghista Raffaele Volpi “è impegnato ad assicurare tutte le iniziative necessarie alla tutela degli interessi nazionali in aree particolarmente delicate per gli equilibri internazionali”. Nello specifico la settimana prossima il Comitato predisporrà tutte le iniziative necessarie per essere aggiornati su questioni delicate, compresa la crisi libica.

…E DI FRATELLI D’ITALIA

Diplomatico e più incentrato a riflettere su costi e benefici del drone Usa è invece il commento della leader di FdI, Giorgia Meloni: “La complessa questione mediorientale, in cui si innesta la rivalità tra Iran e Arabia Saudita, non merita tifoserie da stadio ma necessita di grande attenzione. Una escalation delle tensioni in Medio Oriente (con possibili ripercussioni anche in Libia) non è nell’interesse dell’Italia perché rischia di acuire il problema immigrazione, alimentare il terrorismo e danneggiare ulteriormente l’economia europea. In questo quadro esprimo la più ferma condanna al gravissimo assalto all’ambasciata statunitense in Iraq e una forte preoccupazione per le conseguenze della reazione americana che ne è seguita. L’Italia e l’Unione Europea dovrebbero fare tutto il possibile per favorire un percorso di pacificazione dell’area che garantisca la sicurezza di Israele ma anche la lotta senza indugi agli integralisti islamici dell’ISIS, e non solo, che hanno insanguinato il Medio oriente e fatto strage delle minoranze etniche e religiose, soprattutto cristiane. La mia principale preoccupazione va oggi ai nostri soldati presenti sul campo che senza una celere e chiara presa di posizione dell’Italia sulla strategia da tenere, rischiano di essere messi in una situazione molto difficile.”

LE ALTRE REAZIONI

Il senatore di FdI e vicepresidente del Copasir, Adolfo Urso, non ha commentato ma su twitter ha pubblicato una riflessione del vignettista Alfio Krancic: “Ricordo a Salvini che il generale Soleimani è stato uno degli artefici della sconfitta dell’Isis, ma questo secondo il segretario leghista non conta. Contano di più quelli che hanno finanziato e armato Daesh. Il mio viaggio con la Lega finisce qui. Tanti cari saluti. Bye bye!”. Una posizione “mediana”, a cavallo tra la fazione dei Fratelli d’Italia più filoamericana guidata da Crosetto e quella robusta che tradizionalmente non simpatizza per Washington e Tel Aviv.

Secondo Simone Di Stefano, leader di Casapound, “in politica estera un sovranista deve guardare al solo esclusivo interesse nazionale. Applaudire a comando gli Stati Uniti anche di fronte ad un assassinio sconsiderato, non fa dell’Italia una potenza, ma la ridicolizza al rango di scimmietta ammaestrata”. Stefano Parisi invece risponde al grillino Di Battista: “Dice che in Iran ci sono leggi e si vive in modo diverso dal nostro. Certo che si vive in modo diverso. Noi non appendiamo alle gru gli omosessuali e non minacciamo di distruggere Israele, né sponsorizziamo i terroristi islamici. Di Battista se lo ricordi”.

twitter@FDepalo



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