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Prima gli italiani? Sì, ma anche le riforme. Il sondaggio Swg

Prima gli italiani? Sì, almeno secondo l’ultimo sondaggio pubblicato da Swg, l’istituto di sondaggi che ha approfondito con uno speciale gli umori degli italiani sul clima politico nel Paese. A emergere la convinzione dei cittadini sulla necessità di priorità dedicate agli italiani rispetto agli immigrati quando si tratta di lavoro, asili e assegnazione delle case popolari, il desiderio di cambiamento seguendo la strada delle riforme e un sostanziale scollamento tra le classi medie e i ceti più popolari sulla necessità di cambiamenti radicali (rivoluzione) o più moderati. A completare il quadro, la ripresa nei sondaggi da parte della Lega di Salvini, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle, con una leggera frenata delle forze di centrosinistra (Partito democratico, Italia Viva, Azione di Calenda).

SE DOVESSE VOTARE OGGI?

Ancora una volta, i sondaggi certificano la tenuta del partito guidato da Matteo Salvini. Secondo quanto rivela Swg, infatti, la Lega sarebbe di nuovo in crescita rispetto alle rilevazioni dello scorso 13 gennaio, passando dal 32,9% al 33,2. A crescere anche Fratelli d’Italia – al 10,9% – e il Movimento 5 Stelle, dal 15,2 al 15,6%. In leggera decrescita, invece, le forze di centrosinistra, dal Partito democratico (al 18,2% con un calo dello 0,2) a Italia Viva di Matteo Renzi (dal 4,8 al 4,5%) fino ad arrivare al neo-partito di Carlo Calenda, Azione, che si attesta sul 2,6%. Sullo stesso trend decrescente anche Forza Italia, che paga ormai da settimane la crescita dei compagni di coalizione Lega e FdI.

PRIORITÀ AGLI ITALIANI

Accanto alle intenzioni di voto, l’Istituto di sondaggi ha indagato anche le posizioni dei cittadini su temi caldi. L’immigrazione è uno di questi, tra i più discussi delle ultime campagne elettorali e al centro del discorso politico di partiti di maggioranza e opposizione. Secondo gli intervistati, allora, sarebbe giusto avere liste prioritarie per gli italiani rispetto ai cittadini immigrati per quanto riguarda l’assegnazione delle case popolari (60%), per le liste di disoccupazione (59%), per le liste degli asili nido pubblici (52%) e per gli sgravi delle mense scolastiche (48%).

SÌ AL CAMBIAMENTO

Tra le spinte registrate da Swg, anche quella di un forte desiderio di cambiamento. Secondo lo storico delle rilevazioni dell’Istituto di sondaggi infatti, mentre tra l’ottobre del 2018 e ottobre del 2019 la percentuale di italiani a credere nella necessità di perseguire verso la strada delle riforme era andata calando (anche se solo dello 0,2%), da ottobre del 2010 a gennaio 2020 la percentuale è cresciuta fino a raggiungere il 53%. Allo stesso modo, è cresciuta la convinzione che ci sia bisogno di una rivoluzione, passata dal 32% (ottobre del 2018 e del 2019) al 37% del 2020.

CHI VUOLE LA RIVOLUZIONE?

Ma chi preme per le riforme e chi, invece, per una svolta più radicale come la rivoluzione? A puntare sulla strada delle riforme sono soprattutto i ceti alti e medi (68% e 41%), mentre i ceti bassi e poveri credono ci sia bisogno di una rivoluzione (52% e 51%). Tuttavia le spinte verso il cambiamento non portano gli italiani a propendere verso scelte autoritarie, infatti la grande maggioranza degli intervistati (71%) crede che per fare riforme durature servirebbero “un governo e un parlamento determinati a fare interventi radicali e progressivi per almeno 10 anni”, mentre chi crede che serva “una dittatura di 4-5 anni per ripulire a fondo il Paese” è passato dal dicembre del 2018 a gennaio 2020, dal 20 al 17%. Insomma, sì al cambiamento, ma che sia per via democratica.


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