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Il governo scommette (ancora) su Spazio e ricerca scientifica. Parola di Conte

Collegato dal modulo Columbus, frutto di tecnologia italiana, l’astronauta dell’Agenzia spaziale europea Luca Parmitano, impegnato ancora per tre settimane sulla Stazione spaziale internazionale (Iss) nell’ambito della missione “Beyond”, ha avuto una conversazione con il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte. Assieme al premier il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, il direttore generale dell’Esa Jan Wörner, il presidente dell’Agenzia spaziale italiana Giorgio Saccoccia, il consigliere militare del premier Carlo Massagli e il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, Alberto Rosso.

CONTE: NELLO SPAZIO FATTO UN GRANDE BALZO

“Lei è il nostro rappresentante sulla Stazione spaziale internazionale, avamposto dell’umanità nello spazio e maggiore opera ingegneristica mai realizzata dall’uomo”. Ha detto il premier Conte aprendo il collegamento con l’astronauta italiano. “Con la legge del 2018 che ha riordinato la governance spaziale e costituito il Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e all’aerospazio di cui ho l’alta direzione, abbiamo fatto un grande balzo in avanti che ci ha permesso di avere un ruolo sempre più importante a livello internazionale. L’efficacia della nuova governance ha consentito all’Italia – con la sottoscrizione di 2,282 miliardi di euro durante la ministeriale Esa di Siviglia -, di mantenere il terzo posto come contributore dell’Agenzia spaziale europea, raddoppiando anche i programmi opzionali”.

SAPPIAMO FARE SQUADRA

“Partecipare a questo settore – ha aggiunto il presidente del Consiglio – ci permette di avere una maggiore consapevolezza del Pianeta, senza contare i servizi e le applicazioni che dallo spazio arrivano ai cittadini. Con il 16% della contribuzione ai programmi dell’Esa stiamo dimostrando di saper fare squadra tra istituzioni e filiera industriale. Lo spazio e la ricerca scientifica sono settori strategici per l’Italia, un volano di crescita, sui quali il governo intende continuare a puntare”.

PARMITANO: ANCORA TRE SETTIMANE IMPEGNATIVE

Cominciata a luglio 2019, il 6 febbraio prossimo avrà termine la seconda esperienza sulla Iss di Luca Parmitano, a cui il presidente Conte ha chiesto anche di fare un primo bilancio della sua missione. “Faccio fatica a fare adesso un bilancio – ha detto l’astronauta italiano, ringraziando il premier per aver sottolineato l’importanza geopolitica, strategica e scientifica dello spazio – dal momento che abbiamo davanti ancora tre settimane molto impegnative in cui affronteremo altre due attività extraveicolari (Eva) per installare le batterie al litio (ai cui ideatori, ha ricordato Parmitano, è stato assegnato il premio Nobel per la chimica), a cui se ne aggiungerà una terza per completare l’attivazione di AMS-02 (il rivelatore di particelle Alpha Magnetic Spectrometer) a cui tanto ha contribuito il nostro Paese”. “Quel che posso dire, parlando a nome di tutto l’equipaggio, è che fino ad ora ci sono stati momenti superlativi: un numero record di Eva, un numero record di esperimenti, grazie all’arrivo di un numero record di veicoli da trasporto e rifornimento, tra cui Cygnus con le sue quattro baie di carico progettato e costruito in Italia”.

IL SUCCESSO DELLE ATTIVITÀ EXTRAVEICOLARI

“Le attività extraveicolari – ha detto Parmitano, rispondendo al presidente del Consiglio che chiedeva all’astronauta se ci fossero stati dei momenti particolarmente critici nello svolgimento delle sue uscite dall’avamposto – contengono un’alta componente di rischio. Sei anni fa la mia tuta spaziale è andata in avaria per la presenza di acqua nel casco, facendomi rischiare la vita, mentre nelle ultime tre effettuate durante la mia seconda missione non c’è stato alcun problema tecnico, sebbene la loro complessità fosse decisamente superiore. Un lavoro simile, ovvero tagliare prima e poi unire i tubi (la riattivazione dello strumento scientifico Ams non era stata pianificata al momento della sua installazione sulla Iss, ndr), con materiali e strumenti nuovi costruiti appositamente, non era mai stato effettuato prima”.

TANTO LAVORO E ADDESTRAMENTO

Nel suo collegamento con Palazzo Chigi, Luca Parmitano ha inoltre ricordato di aver operato sull’Alpha Magnetic Spectrometer agganciato per quasi tutto il tempo delle operazioni in orbita al braccio robotico Canadarm, fattore – ha spiegato – che comporta dei rischi in più nel dover rientrare eventualmente a bordo della Iss in caso di emergenza. “Tutto questo, compreso l’evitare di essere presi da pensieri negativi mentre si sta lavorando nello spazio, è stato reso possibile dall’addestramento a terra, il merito va a chi ci forma a concentrarci sul lavoro anche in condizioni estreme”. Al successo delle attività extraveicolari ha contribuito anche l’addestramento ricevuto da Luca Parmitano in qualità di pilota di caccia e sperimentatore dell’Aeronautica Militare italiana. “Il mio addestramento da pilota, simile a quello di un astronauta, ha contribuito a rendermi capace di lavorare anche in emergenza”.

UN ESEMPIO PER TANTI

A Conte che chiedeva infine all’astronauta come vive il suo essere un esempio per le tante persone, soprattutto giovani, che lo seguono, l’astronauta ha risposto: “Le responsabilità di chi è su una piattaforma visibile è uguale per tutti. Bisogna pertanto trasmettere messaggi positivi su quello che stiamo facendo. Chi mi segue, segue l’eccellenza e i valori italiani ed europei di cui mi sento in questo momento un ambasciatore”. Come ha detto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (messaggio citato dal Presidente anche nel suo discorso di fine anno), “la speranza consiste nella possibilità di avere sempre qualcosa da raggiungere. Questo è il mio messaggio per i giovani”.

TANTA ITALIA A BORDO DELLA STAZIONE

“Sono orgoglioso – ha concluso Parmitano – di essere a bordo della Stazione spaziale internazionale, che a cominciare dal posto dove mi trovo (il modulo Columbus), è frutto di tanta tecnologia italiana. Circa il 50% del volume della Iss è italiano, a cui va aggiunta tutta la scienza portata a bordo dall’Italia. Solo il mese scorso abbiamo installato sul modulo russo un sistema per fotografare quasi 100mila immagini all’ultravioletto ed eseguito numerosi esperimenti di fisiologia umana”. “Se per finanziamenti siamo al terzo posto in Europa, per partecipazione scientifica siamo sicuramente sul podio”. L’astronauta non ha mancato di ricordare ancora una volta la fragilità del Pianeta: “Lo spazio è una piattaforma che ci spinge a vedere più in là”.


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