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Tutte le ansie di Merkel dopo il caso Turingia

Il Cancelliere tedesco Angela Merkel lo ha definito un voto inaccettabile. Il suo partito si allea con l’AfD per eleggere il governatore in Turingia passando sopra il fatto che proprio il leader locale di AfD, Bjorn Höcke, sia un negazionista dell’Olocausto. Chi guida e come le scelte della Cdu orfana della guida merkeliana? Quali impatti potranno esserci non solo nella leadership di Annegret Kramp-Karrenbauer, ma anche nella futura composizione della GroKo?

CDU

Un altro colpo, questo, alla politica tedesca della GroKo, dopo che per la prima volta in Germania, il vertice di un Land federale era stato eletto con i voti decisivi di AfD, il partito dell’estrema destra. Il dossier Turingia, dove il Parlamento regionale ha eletto a sorpresa il liberale Thomas Kemmerich, sostnuto dai voti dei liberali di Fdp, dei centristi della Cdu e dei sovranisti di Alternative für Deutschland, è in cima ai pensieri della cancelliera, in questi giorni alle prese anche con la gestione del partito da parte della sua delfina Annegret Kramp-Karrebauer.

ALLEANZE

Già da un anno la politica tedesca che ha governato per un decennio il Paese e i lander sta attraversando una fase di profonda rivisitazione, nella consapevolezza che gli equilibri sono mutati. L’exploit dei Verdi al 20% e di AfD al 10% lo dimostrano oggettivamente. La crisi plastica di Cdu, Csu e Spd maturata nelle urne dell’ottobre 2018 fino ai giorni scorsi è di fatto anticamera di una trasformazione, non solo dell’elettorato ma evidentemente anche della strategia politica. Il caso legato alla Turingia provoca, nel breve periodo, una serie di scossoni: il leader del partito federale FDP Lindner non punta più pragmaticamente al risultato ottenuto e ammette l’errore, mentre la guida della CDU, Kramp-Karrenbauer, è chiamata dagli alleati Verdi e Spd ad esprimere un’alternativa, di metodo e di merito.

SCHEMA

Nella sua dichiarazione, Lindner afferma che è stato commesso un errore: il riferimento è alla corsa di Thomas Kemmerich nelle elezioni di mercoledì scorso: “È stato un errore accettare le elezioni in queste condizioni”, perché nessuno si aspettava che l’AfD arrivasse al punto di proporre un candidato per poi votarne un altro. La candidatura di Kemmerich aveva un motivo più forte, ma è stata invertita “in modo disastroso per noi”, ha detto Lindner.

Da un punto di vista tecnico sebbene Kemmerich abbia annunciato le sue dimissioni ieri, non vuole dimettersi immediatamente. Lo ha annunciato dopo aver parlato con il presidente Birgit Keller. Gli avvocati dell’amministrazione statale concordano sul fatto che “le dimissioni immediate non sono consigliabili perché ci sono decisioni importanti da parte del governo statale per le quali è necessario almeno un membro in carica del governo”, ha affermato.

Ma è da un punto di vista di sostanza politica e di strategie partitiche che Angela Merkel si trova in una posizione complessa. Aveva riposto la sua fiducia nel nuovo vertice rosa della Cdu, ma Akk non è fino ad oggi riuscita a fermare l’emorragia di voti della Cdu né a imprimere una svolta che facesse ravvivare un elettorato sgonfio.

SCENARI

La prima testa che rotola è quella del capo della Cdu in Turingia: si tratta di Mike Mohring che avrebbe offerto le proprie dimissioni. Oggi Raymond Walk, segretario generale del partito, ha scritto su Twitter che il gruppo parlamentare della Cdu ha concordato nuove elezioni nel consiglio parlamentare con nuove persone alla fine di maggio. “Mike Mohring non corre più”.

Ma non sarà Mohring il solo capro espiatorio. Qualcuno inizia a sollevare il sopracciglio nei confronti della guida del partito, la cui elezione un anno fa non è stata digerita dall’intero zoccolo duro della nomenklatura democratico-cristiana.

La stessa Kramp-Karrenbauer ha sottolineato che la debacle della Turingia ha molti colpevoli, che hanno prodotto una “intera serie di errori” tuttavia non vede la maggior parte delle responsabilità nel suo partito. Ma di fatto non ha detto come intende gestire il futuro del primo anno del post merkelismo, come vorrà coinvolgere quelle risorse legate al mondo dell’industria e delle professioni che non votano più Cdu. Ecco il vero punto politico cardine, che va ben al di là del caso Turingia.

twitter@FDepalo

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