Le fortissime, affascinanti e importantissime citazioni che hanno dato il senso del discorso con cui il cardinale Gualtiero Bassetti ha aperto l’incontro di Bari sul Mediterraneo (leggi qui l’intervento completo) meritano di essere citate in apertura perché forse sono la cifra di questo discorso. La prima è di Christian de Chergé, monaco cistercense ucciso barbaramente in Algeria dopo essere stato sequestrato dagli islamisti. È tratta dal suo testamento: “La mia morte, evidentemente, sembrerà dare ragione a quelli che mi hanno rapidamente trattato da ingenuo, o da idealista: ‘Dica, adesso, quello che ne pensa!’. Ma queste persone debbono sapere che sarà finalmente liberata la mia curiosità più lancinante. Ecco, potrò, se a Dio piace, immergere il mio sguardo in quello del Padre, per contemplare con lui i Suoi figli dell’Islam così come li vede Lui, tutti illuminati dalla gloria del Cristo, frutto della Sua Passione, investiti del dono dello Spirito, la cui gioia segreta sarà sempre di stabilire la comunione, giocando con le differenze”. Qui è parso di sentire a Bari echeggiare la voce di un altro monaco sequestrato, Paolo Dall’Oglio.
La seconda citazione, importantissima, è di padre Claudio Monge, domenicano che opera da anni in Turchia: “Nell’area mediterranea — scrive padre Claudio Monge — si confrontano non solo le religioni abramitiche, ma anche «un imponente fronte “secolare”, distante da un riferimento religioso interiore e interiorizzato, ma non per questo estraneo a una “manipolazione identitaria” della matrice religiosa, trasformata in “religione civile”». Non è la religione civile il rischio che vive tutto il Mediterraneo, il “nostro” e il “loro”?
La terza è di Aldo Moro: “Forse il destino dell’uomo non è di realizzare pienamente la giustizia, ma di avere perpetuamente della giustizia fame e sete. Ma è sempre un grande destino”. Questa sete di giustizia per i popoli del Mediterraneo è divenuta un’arsura mortale.
Queste tre importantissime citazioni danno speranza e respiro a un evento che però non ha ritenuto di unire nella riflessione tutti i cristiani, ma solo i cattolici, né a chiamare a un confronto fraterno e fattivo con ebrei, musulmani e non credenti: un confronto aperto, vero, di cui il Mediterraneo ha disperatamente bisogno. Le parole efficacissime scelte dal cardinale Bassetti aiuteranno a fare un passo avanti nei prossimi giorni di incontro. Il 4 febbraio del 2019 Papa Francesco ha firmato una dichiarazione comune sulla fratellanza umana con il grande imam di al-Azhar e il rabbino emerito di Washington ha ritenuto di entrare ufficialmente a far parte del comitato per l’attuazione di quel documento.Tutti insieme i figli del Mediterraneo dovrebbero presto confrontarsi su questo e Bari con i suoi ospiti non soltanto cattolici aiuterà in questo senso.
Il terrorismo oggi è evidentemente un’emergenza mostruosa, come quella di chi lo usa per conquistare terreni e deportare popolazioni. Il Mediterraneo delle deportazioni è quello che vediamo proprio in queste ore confrontarsi tra Erdogan, Putin e Assad, con popolazioni di milioni di persone assiderate, senza neanche le tende. I popoli del Mediterraneo non ne possono più, ha detto poco dopo il vice-presidente della Cei, ed ha evidentemente ragione. Ma queste sofferenze possono essere unite? Possono essere viste insieme? Possono chiamare alla denuncia, come Francesco ha fatto con veemenza nella sua recente esortazione apostolica al riguardo dell’Amazzonia?
L’arrivare in tempo, come ha fatto la Cei, oggi richiede di arrivare al punto di una crisi che non ha precedenti. Dittature che si fanno sempre più feroci, reazioni funzionali a interessi politici seducono settori sempre più disperati. I Paesi sono al collasso, la rottura del Mediterraneo in un mare di sangue e persecuzione è dietro l’angolo, proprio come ha lasciato intendere il cardinale Bassetti. La situazione però è talmente grave e disperata che sembra richiedere un salto di causalità, una riflessione comune. Pena il rischio che farlo domani possa essere saggio, ma tardivo.