Non tutto il male viene per nuocere. Nei giorni del coronavirus e del grande panico, le imprese italiane hanno l’occasione di scoprire nuovi modelli di lavoro e perché no, di business. Questa la premessa: combattere il coronavirus senza fermare il Pil è possibile. Ne è più che convinto Matteo Caroli, economista e docente alla Luiss, raggiunto da Formiche.net.
ISTERIA VERO NEMICO DEL PIL
“La potenziale gravità di questa situazione non è facile da decifrare e soprattutto quantificare. Ci sono molti esperti che stanno invitando ad abbassare i toni e a non fare delle esagerazioni. Non dobbiamo creare inutili allarmismi, i quali possono creare molti più danni dello stesso coronavirus”, spiega Caroli. “Se c’è in questo momento una minaccia al nostro Pil può essere l’isterismo di massa, che non deve travolgerci. Questo isterismo è aumentato da chi fa la conta giornaliera dei contagi, che crea una tensione mediatica fortissima. Allora dovremmo anche dare il conto di chi ha un’influenza normale, ma forte. Non sto cercando di stemperare i toni, sia chiaro, perché non sono un medico ma un economista. Ma allo stato attuale rilevo che si tratta di alcune centinaia di casi. Se e solo se gli esperti dichiareranno che siamo dinnanzi a un’epidemia allora sarò il primo a dire che occorrono misure importanti. Ma solo se lo diranno degli esperti, in caso contrario è inutile esagerare”.
SMART WORKING VS CORONAVIRUS
Chiarito il punto, il professore ed economista, lancia una proposta. “Paradossalmente questa emergenza può darci degli spunti di riflessione. Tra questi sicuramente il rafforzamento dello smart working, che molte aziende stanno portando avanti. Perché dobbiamo capire che un modo per affrontare l’emergenza senza fermare il Pil c’è e lo smart working è uno di questi. Le persone possono lavorare da casa, si tratta di una misura moderna e intelligente utile in queste situazioni. Un’azione preventiva che consente di continuare a produrre, combattendo al contempo il contagio. Chiariamoci su un punto. Un conto è prevenire, negli aeroporti, nei luoghi pubblici e anche con lo smart working. Un conto è chiudere come fatto il Lombardia i locali pubblici e le università”. Il punto è “riuscire a trarre opportunità in situazioni di difficoltà e l’opportunità è in questo caso lo smart working, che aumenta anche la stessa resilienza delle imprese e perché no, del lavoratore”.
Caroli si sofferma poi sulle possibili misure che il Tesoro starebbe per attuare a sostegno delle imprese, come il congelamento di mutui e tasse. “Certamente qualora ci fosse un peggioramento della situazione, allora il ristoratore che si vede il locale vuoto andrebbe certamente aiutato in qualche modo, specialmente se, per esempio, ha contratto il mutuo. Questa sarebbe una preparazione per una situazione complicata”.