Parola d’ordine fluidità. La fase politica che attraversa la maggioranza potrebbe assomigliare a voler giocare una tripla al vecchio Totocalcio. Renzo Lusetti, già deputato ed esponente di lungo corso della Margherita e dell’area cattolica e moderata del Pd, riflette con Formiche.net sul sentiero che sta percorrendo l’esecutivo alle prese con il caso prescrizione, nella consapevolezza che in passato per molto meno sono caduti molti governi.
È davvero solo colpa di Renzi se la maggioranza vive una fase complicata?
No, non è solo colpa di Renzi. C’è una situazione di carattere generale delicatissima e fragilissima in cui, come insegna la Prima Repubblica, tutto può accadere. Tocca al presidente del Consiglio trovare la coesione.
Quanto conta il dossier giustizia?
È un tema che ha attraversato tutti i governi degli ultimi vent’anni, per cui conta abbastanza. Credo però che si debba puntare più a risolvere i problemi strutturali ed economici dell’Italia, prima di tutto il resto. Pensare solo a piccole cose non serve. Il contenzioso potrà chiudersi semmai con una riforma generale della giustizia.
Conte può essere il capro espiatorio?
Sì, ho visto cadere governi per molto meno. L’esperienza mi insegna che il premier potrebbe essere il capro espiatorio.
Renzi vuole surrogare Salvini, Berlusconi e Meloni come guastatori dell’esecutivo?
No, penso invece che poiché la percezione è che ci sono due sostanziali novità, come le sardine da un lato e i sondaggi pro Meloni dall’altro, allora lui mette le mani avanti per vedere cosa succede. Io la vedo così.
Oltre le sardine la novità delle prossime ore potrebbero essere i nuovi responsabili pro Conte?
Nell’immediato potrebbe essere, ma sarebbe più un’operazione di palazzo che di piazza.
Il Colle è pronto al terzo governo in due anni oppure ha già deciso che comunque vada si andrà solo alle urne?
Secondo me il Colle non ha deciso ancora nulla, perché si basa solo su fatti certi e concreti. L’esecutivo c’è anche se con fibrillazioni diverse al suo interno, per cui il Quirinale si prepara comunque a tutto.
La riforma elettorale potrebbe essere il punto di caduta del presunto dialogo tra Salvini e Renzi?
La riforma elettorale o viene fatta dalla maggioranza che sostiene il governo, quindi con un significato preciso, oppure da tutte le forze politiche in Parlamento.
Il centro come vive le mosse del premier?
Premesso che la Dc è un’esperienza irripetibile, il centro potrebbe anche puntare su di lui, ma al momento non è affatto scontato. Gli ultimi anni lo dimostrano, si veda l’esperienza di Mario Monti che ha recuperato una percentuale del 10% che però non consente di avere la centralità. Questa si ottiene solo alleandosi con un altro componente, per cui è sempre difficoltoso lo scenario. Oggi Conte è premier, magari domani non lo sarà. È una fase fluida. Occorrerebbe una proposta politica forte, capace di attrarre consenso.
Conte è più centrista o centrale?
Centrale, perché in questo momento ha il pallino in mano in quanto premier, è il punto di riferimento della coalizione, ed è una sorta di primus inter pares. Il ruolo stesso che ricopre gli affida una centralità, di forma e di sostanza. Centrista non so.
twitter@FDepalo