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Coronavirus. I consigli non richiesti di Giannuli (e qualche tiratina d’orecchie)

Giuseppe Conte se la prende con l’ospedale di Codogno che non avrebbe rispettato i protocolli, Attilio Fontana replica dicendo che la colpa è del governo che non sa gestire l’emergenza, Matteo Salvini e la stampa di destra dicono che questo è il risultato dei ritardi nell’azione di governo, la maggioranza invita Salvini all’unità nazionale definendolo sciacallo. Insomma siamo in piena campagna elettorale, ma sulla pelle della gente ed incuranti degli effetti economici dell’epidemia che già si   stanno manifestando. La cosa è un po’ indecente. Ora serve realmente una unità di indirizzo che combatta (nei limiti dell’umanamente possibile) l’epidemia.

Ed allora, se Salvini è uno sciacallo o Conte un incapace, se ha sbagliato l’ospedale di Codogno o il ministro Speranza lo vedremo dopo, una volta superata l’emergenza, per ora è il caso che tutti chiudano il becco e pensino a lavorare.

In secondo luogo, serve una sede decisionale unica che coordini Stato e regioni, maggioranza ed opposizione, politici e tecnici, allora facciamo un governo di unità nazionale? Per carità non diciamolo nemmeno: c’è già abbastanza “scombino” (come si dice a Napoli) nell’attuale governo, figuriamoci ad allargare lo spettro delle alleanze! Però si può fare una cosa più semplice e razionale: costituire un gabinetto di crisi composto dal presidente del Consiglio e dai ministri competenti (sanità, esteri, Interni ed economia), dai governatori delle regioni più coinvolte, dai capi dei partiti di opposizione e, soprattutto, dai tecnici (virologi, statistici ecc.), esperti di chiara fama nominati, possibilmente, dal presidente della Repubblica ed ai quali andrebbe affidata la direzione sotto il coordinamento del capo del governo. Le decisioni dovrebbero essere decise in questa sede, così tutti avranno la possibilità di avanzare le proprie proposte da discutere insieme con metodo scientifico. Questo anche per evitare gli scaricabarile ed i soliti furbi del giorno dopo: tutti corresponsabili nella gestione dell’emergenza. Alla fine se si è lavorato con successo sarà merito di tutti, se si è sbagliato tutti devono risponderne.

In terzo luogo, definire accuratamente le decisioni necessarie, ma badando bene di evitare eccessi ed allarmismi. Oggi eccesso aggrava la situazione e non la migliora: tenendo ben presente che le misure eccezionali di quarantena ed isolamento possono durare solo per un certo periodo molto limitato, visto che siamo in una società iperconnessa, quindi vanno assunte a ragion veduta e solo quando strettamente necessarie.

In quarto luogo, chiedere immediatamente un coordinamento Ue sia per coordinare le misure di prevenzione e gestione dell’emergenza, sia in vista della prevedibilissima recessione economica che seguirà all’epidemia.

Quinto ed ultimo punto, nominare un addetto alla comunicazione del gabinetto di crisi che ad orari fissi (ogni tre o sei ore poi si vedrà) riferisca lo stato dei fatti in conferenza stampa.

Direi che sono solo poche misure di buon senso, nulla di speciale, ma meglio dello spettacolo cui stiamo assistendo.


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