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Fake news sul coronavirus? Dalla Russia con furore (anti-Trump)

Tra le bufale che ruotano attorno al coronavirus (spesso più pericolose del virus stesso) ce n’è una formidabile messa in circolazione dalla Tv di Stato russa. Secondo un servizio del programma “Vremya” (“Tempo”) c’è una prova che il virus sarebbe stato creato in laboratorio dagli americani. Di più: sarebbe stato costruito artificialmente su ordine del presidente Donald Trump perché (attenzione perché questa è la prova) prima di arrivare alla Casa Bianca il magnate organizzava concorsi di bellezza (Miss Universo) e faceva indossare alle vincitrici una corona.

Sembra pazzesco, ma questo è andato in onda su un programma che attualmente è l’ammiraglia dell’approfondimento informativo di Pervy Kanal, ossia Canale 1, il primo canale del Cremlino. Una bomba talmente grossa che pure l’anchor-man ha tirato il freno presentando il servizio, salvo poi essere allusivo come il servizio stesso: “Assurdità, direte, e sarei d’accordo con voi, se non fosse per quello che è nel reportage del nostro corrispondente”.

E via esperti che cospirano sulla creazione ad arte di un virus: dicono che forse è impossibile, ma lasciano ai telespettatori quell’alone di dubbio che, su un pubblico bombardato da notizie simili, si traduce in una certezza. La BBC, che è stata la prima a occuparsene, nota che “lo stile del reportage è ambiguo, sembra sfatare le teorie lasciando [però] agli spettatori l’impressione che contengano un nocciolo di verità”. Tipico putiniano (sovietico verrebbe da scrivere, nda).

Tant’è, che come sottolinea il sito dell’East StratCom Task Force, euvsdisinfo.eu, vengono sentiti due esperti: uno che rafforza le teorie cospirazioniste, e l’altro che invece cerca di confutarle. A entrambi viene concesso lo stesso tempo di spiegazione, e questo permette di mettere le due tesi sullo stesso livello. Pure l’anchor lo dice: “Anche gli esperti che sono cauti nelle loro valutazioni affermano che non si può escludere nulla”.

E dunque nemmeno che sia stato Trump a farlo creare; e che il ceppo virale si chiami coronavirus non perché al microscopio appare simile a una corona reale (etimologia scientifica), ma perché si collega al magnate newyorkese e a Miss Universo.

Tutto accede a una sfera credibile, perché in effetti ancora non è stato identificato il punto di avvio del contagio e non ci sono troppe certezze sulla natura del virus, sul suo metodo di riproduzione e diffusione, e non è stato possibile dunque sintetizzarne un cura. I contagiati continuano a crescere (e ovviamente anche i morti), si costruiscono previsioni di una ricaduta sul piano geo-economico importante, la paura continua.

È sempre l’incertezza che crea il bacino colturale per le notizie alterate e false diffuse dalle propagande. Il virus è già stato descritto come un’arma americana di distruzione di massa contro la Cina, proveniente da uno dei laboratori militari statunitensi che “circondano la Russia e la Cina”, dice la disinformatia di Mosca. Tutto chiaramente a beneficio di Big Pharma e delle società americane. Nemmeno a dirlo: immancabili nelle cospirazioni.

Altre ricostruzioni Made in Kremlin dicono che il virus è stato rubato dai laboratori canadesi da spie cinesi che lavoravo per conto di George Soros e Bill Gates. Per ukraina.ru (sito di solito usato dal Cremlino per bufale contro Kiev) è stato predetto anche da Nostradamus — che insieme a Soros è un altro grande classico di ogni buon complotto che si rispetti.

 

 


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