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Con la prescrizione inizia la stagione delle riforme. Parla il sottosegretario Ferraresi (M5S)

Vittorio Ferraresi, sottosegretario alla Giustizia, esponente di punta del Movimento 5 Stelle. Di ritorno dalla manifestazione contro i vitalizi dei parlamentari, l’ultimo retaggio movimentista dei grillini, ammette di “aver sentito propagarsi un’aria positiva, un’energia vibrante”. Ma ora, i grilli per la testa, sono altri. A partire dalla discussione e dall’equilibrio instabile del governo sulla questione della prescrizione.

Ferraresi rimane convinto che “con l’approvazione della riforma in Consiglio dei ministri, che contiene il lodo ‘Conte bis’, sulla prescrizione abbiamo raggiunto un risultato al quale stavamo lavorando da tempo. Un risultato che ci permette di dire siamo entrati nel vivo della stagione delle riforme”. E ora, dunque, l’accordo sulla prescrizione prevede che, a seguito di una sentenza di condanna in primo grado, gli effetti della prescrizione si sospendano. In caso di assoluzione, la prescrizione torna a decorrere salvo un periodo di 18 per quanto concerne l’appello e sei mesi per il giudizio di Cassazione se il reato oggetto del procedimento, si prescrive l’anno successivo. “Un punto d’incontro ragionevole”, lo definisce Ferraresi. O quantomeno l’unico che in un certo senso, per lo meno in questa fase, permette al governo giallorosso di stare ben saldo al suo posto. “L’importante – dice il grillino – è che la riforma Bonafede rimanga ferma e possa garantire la certezza, la risposta dello Stato”. Occorre, nella visione del pentastellato, che “quando lo Stato si fa carico di arrivare ad una sentenza, non ci sia la prescrizione che comunque riguarda un processo su quattro”.

E quindi la ratio che sottende all’intero impianto della riforma affonda le radici in un’idea di revisione del processo penale in senso ampio. “La nostra idea – dice Ferraresi – è che si arrivi a eliminare i tempi morti, una riforma finalizzata ad intervenire sugli istituti giuridici che non funzionano velocizzando, ad esempio, le notifiche e implementando la digitalizzazione”. In più “una garanzia di tempi certi determinata da un’organizzazione virtuosa della magistratura: ci vogliono tempi certi per i processi. Per questo sono già stati stanziati fondi per assumere seicento magistrati in più e 8750 unità di personale amministrativo per rinforzare gli organici nei tribunali da assumere nel corso del prossimo triennio”.

Sempre sul capitolo relativo alle tempistiche di celebrazione dell’intero iter processuale, il sottosegretario alla Giustizia ha le idee chiare: “L’ottimale per noi – dice – è quello di arrivare ad avere dei processi conclusi entro quattro anni. Arrivare a sentenza definitiva in questo tempo virtuoso vuol dire dare risposte certe ai cittadini, oltre a migliorare il rendimento degli uffici giudiziari ed evitare di intasare le procure”. Ora, i prossimi passaggi in aula della riforma sulla prescrizione sono tutti politici, nel frattempo al Senato è stato incardinato il dibattito sulla riforma del processo civile. È chiaro però che essendo il tema della prescrizione, l’unico oggetto di dibattito che ha caratterizzato le ultime settimane, non può mancare una considerazione generale di Ferraresi sullo stato dell’arte della discussione.

“In questi giorni – dice Ferraresi – abbiamo assistito a momenti ben poco edificanti da parte di Italia Viva con il suo leader Matteo Renzi che non perde occasione per manifestare la sua contrarietà a questa riforma, anche con attacchi personali al ministro Bonafede. Ma a noi poco interessa delle polemiche. Noi vogliamo lavorare per il bene del Paese e per ciò che ci chiedono i cittadini”. In ossequio a questo impegno, e nel solco della ricerca di nuova linfa vitale si muoveranno “Gli stati generali del Movimento”. “Un appuntamento – illustra il grillino – pensato per riunirci e far capire che i 5 Stelle sono vivi e rispondono ancora alle istanze delle persone”.

A partire proprio dai risultati ben poco lusinghieri ottenuti ad esempio in Emilia-Romagna all’indomani della conferma di Stefano Bonaccini alla guida della Regione, Ferraresi ammette che “quello che i nostri elettori ci chiedono è una riorganizzazione dei collegamenti. Un’organizzazione chiara sui nostri obiettivi e semplice nelle modalità di interazione. Punti di riferimento precisi, dialogo aperto con i cittadini e lavoro sui temi concreti”. Chiamatele, se volete, priorità.


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