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Un altro governo? Non è un tabù. Parla Lorenzo Fioramonti

“Serve coraggio”. Lorenzo Fioramonti non fa che ripeterlo, mentre si sposta da un autobus alla metro, dalla metro al treno. “Senza coraggio non ha senso andare avanti”. Il professore, ex ministro dell’Istruzione del governo rossogiallo, da gennaio nel Gruppo misto, si toglie qualche sassolino sui vecchi compagni di viaggio. Luigi Di Maio, Matteo Renzi, Giuseppe Conte. Si parla troppo di “figure” e poco di programma, confida a Formiche.net. Riforma del fisco, ambiente, giustizia. Se questa maggioranza rispetta il programma bene, altrimenti “un altro governo non è un tabù”.

Fioramonti, sembra che il governo sopravvivrà alla prescrizione.

Pericolo scampato, ma deve fare un tagliando di lungo termine. Non possiamo passare da un momento di crisi al prossimo, servono prese di posizione forti, un’agenda coraggiosa per il Paese, altrimenti si galleggia.

Il suo giudizio sulla riforma Bonafede?

In Italia il problema fondamentale è la lunghezza dei processi. La riforma della prescrizione risolve in maniera indiretta il problema originario.

Quindi è giusto o no cancellarla? Oggi questa è la prospettiva.

Non nascondo che anche io sono contrario a un’eliminazione tout-court della prescrizione che apra la strada a processi a vita. Molto meglio la soluzione di compromesso trovata con il lodo Conte bis.

È sufficiente?

No, bisogna rimettere mano al processo civile e penale. Non è difficile. Basta prendere spunto dall’ambito giuslavorativo, dove i processi durano meno grazie a procedimenti semplificati. Prima della riforma della prescrizione serve una riforma complessiva del processo.

Fioramonti, Matteo Renzi è un problema?

Mi sembra che non perda mai occasione per sferrare attacchi strumentali e anche un po’ autolesionisti.

Sarà lui a staccare la spina?

Non è tipo che dice una cosa e poi la fa. Chi ha minacciato le dimissioni ed è rimasto dov’era è poco credibile. Credo voglia ritrovare spazio, ma gli italiani sono stanchi dei saltimbanchi in politica. Basta coi sondaggi, gli scoop, i retroscena. Guardiamo al lungo termine.

Anche se lo facesse, ci sarebbe una pattuglia di responsabili pronta a tamponare la maggioranza. Lei ne sa qualcosa?

Non ne so nulla, è l’ennesimo gossip. Se esiste, si tratta di un’operazione di chi è all’opposizione. Io guardo altrove.

Anche a un altro governo?

Un altro governo non è un tabù. Serve una legislatura trasformatrice e coraggiosa. Una riforma del fisco in chiave ambientalista, che guardi al benessere collettivo, aumenti le tasse sui consumi dannosi e le abbassi su quelli che fanno bene. Sosterremo a spada tratta chiunque sposi questo programma.

Non sembrano priorità per questa maggioranza.

Vedremo, chi la dura la vince. Mi sono battuto per riformare l’Iva in senso ambientalista, sono stato deriso. Oggi nelle interviste pubbliche Italia Viva propone la rimodulazione dell’Iva, l’aumento delle tasse per gli ultra-ricchi. Un dejavu.

Parliamo dei Cinque Stelle. Il Pd li sta oscurando?

Il Movimento Cinque Stelle vive una fase molto difficile, di conflitto interno. Il dubbio è che se non verrà affrontata con coraggio si continui a tirare a campare. Così non dura molto.

Magari riparte dagli Stati generali.

Mi permetta un eccesso di pessimismo.

Prego.

Ho conosciuto il Movimento da dentro: non è rinnovabile. Spero di sbagliarmi, ma temo che gli Stati generali saranno una farsa. Perché abbiano un senso, bisognerebbe ridiscutere i principi fondativi: la partecipazione democratica, l’identità politica, i rapporti di dipendenza dalla Casaleggio Associati.

Si parlerà anche di leadership. Alessandro Di Battista è di ritorno dall’Iran…

Sinceramente non mi interessa, l’ho conosciuto poco, era sempre fuori. Basta con la politica dei messia, di queste figure che vanno e vengono. Il Movimento ha dei problemi strutturali, un’organizzazione caotica, non si rimette in piedi con l’intervento di Di Maio, Di Battista, o chi per loro.

Neanche con l’intervento di Conte?

Non saprei. Il presidente deve dimostrare coraggio anzitutto sul programma di governo, di saper porre le questioni in maniera netta. Gli statisti prendono il toro per le corna, non ragionano a seconda dell’aria che tira. Conte deve dimostrare di essere un leader, e non solo un facilitatore o moderatore.

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