Social-narcisimo e rischio emulazione: questi i due effetti pericolosissimi che l’attacco di Hanau potrebbero comportare anche altrove, osserva a Formiche.net il generale Stefano Panato, consigliere scientifico dell’Icsa. Ed esclude connessioni con l’exploit dell’estrema destra nelle elezioni regionali tedesche.
Hanau segue l’altra strage del dicembre 2016 contro il mercatino di Natale della Chiesa della Memoria di Berlino: che idea si è fatto?
Trovo molte affinità tra i due episodi, come anche con il caso del norvegese Anders Behring Breivik che nel 2011 sull’isola di Utoya uccise 69 giovani impegnati in un campeggio.
Cosa hanno in comune?
In primis il numero di vittime, singolarmente elevato. In Italia abbiamo purtroppo avuto fenomeni di terrorismo, ma non numeri così grandi. In secondo luogo noto l’assenza di un’agenda politica o religiosa, mentre siamo in presenza di azioni di carattere delirante. In passato ci sono stati attacchi da parte di islamici o antisemiti, ma tutti con obiettivi precisi.
Cosa ha di particolare questo attacco?
Ad Hanau non siamo in presenza di un’agenda. Inoltre osservo un atteggiamento distruttivo che definirei nichilista, che lo ha portato ad uccidere anche sua madre oltre che poi se stesso. Una movenza che ce lo fa percepire quasi estraneo alla nostra cultura, come se fosse un alieno. Come accaduto nella tranquilla Macerata con l’attacco di Traini che sparò nel mucchio.
Pochi giorni prima del crimine, il presunto autore così come lo definiscono le autorità tedesche ha pubblicato un video su YouTube, in cui sostiene inoltre che la Germania è controllata da un servizio segreto con parole negative nei confronti dei migranti dai paesi arabi e dalla Turchia. Verosimile?
A me colpisce del caso Hanau il narcisimo social, una sorta di esibizionismo che porta il soggetto in questione a voler apparire con smania. E’un prodotto dei tempi, certo, ma mi sembra un fatto abbastanza singolare. Che ci sia un’internazionale dietro? Personalmente non ci credo, spesso abbiamo pensato anche nel nostro passato alla figura del grande vecchio, ma la giudico una lettura semplicistica. Che tutto faccia parte di un disegno mi lascia molto perplesso.
L’attacco può essere connesso all’exploit dell’estrema destra nelle elezioni regionali tedesche?
Anche questo chi può dirlo? Senza dubbio vi è una certa aria, non solo in Germania, ma anche in Europa: una sottile brezza che tira in una data direzione. Ma da lì a voler attribuire a quel contesto un episodio di tale gravità, ce ne corre. Personalmente non ci credo. Invece sottolineo la possibilità che tale narcisimo social possa generare emulazione: sarebbe un grave rischio, non solo per la Germania ma anche per tutti gli altri Paesi, perché si tratta di un fatto che colpisce la fantasia e l’immaginazione.
Cosa pensa dei cosiddetti cani sciolti come il caso del 43enne di Hanau? Più pericolosi rispetto a chi ha un piano strutturato, come accaduto al Bataclan?
In termini di accadimento credo che c’è per entrambi l’assoluta imprevedibilità: certo ci sono condizioni che lo rendono più probabile o possibile. Rispetto all’attentato di matrice islamica o antisemita è noto come dietro vi sia una certa idea di società e religione. Qui invece non c’è nulla di tutto ciò, solo un’agenda delirante.
Il crimine ha colpito una tranquilla città a pochi chilometri a est di Francoforte che non ha mai avuto episodi simili nella sua storia recente: significa che non ci sono più obiettivi certi, come le capitali e che tutti i borghi sono a rischio?
Sì. Non ci dimentichiamo dell’attentato molto “casereccio” che abbiamo avuto anche noi in Italia: si è verificato a Macerata, in una cittadina di provincia, un posto tranquillo per definizione. Nessuno è immune.
Quanto incide nell’economia generale di episodi simili il fatto che in questo momento ci siano fronti aperti in Siria, Turchia e Libia?
Che si possano legare non so, nessuno potrebbe avere certezza sul fatto che abbiano o meno un rapporto diretto. Ma certamente non fanno bene in quanto rappresentano inquietudini e turbative che in qualche modo condizionano il contesto.
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