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Giustizia, insediamenti e geopolitica. Ecco cosa c’è nelle urne d’Israele

Giustizia, insediamenti e geopolitica al centro dell’ultima settimana di campagna elettorale in Israele, dove il 2 marzo si terranno le terze elezioni in meno di un anno, dopo lo stallo delle ultime due tornate. Fino ad oggi né Benjamin Netanyahu né il suo principale rivale, Benny Gantz, sono stati in grado di formare un governo. Nel mezzo l’ago della bilancia: quel Liberman che annuncia l’idea di un nuovo governo senza il Primo Ministro uscente, escludendo anche un governo di unità tra Blue and White e il Likud.

ESCLUSIONE

Il leader di Yisrael Beytenu, Avigdor Liberman, sbandiera i suoi no. No ad un nuovo governo con Netanyahu, no ad un’alleanza tra Blue and White e il Likud, no al silenzio su affari internazionali legati ai rapporti tra Israele e Qatar. Il caso verte il caso dei funzionari israeliani che hanno visitato di recente il Qatar per coordinare il trasferimento di pagamenti in contanti dal Qatar ad Hamas a Gaza. Una posizione, quella di Liberman, al tempo stessa aspra e immobile, che non lascia spazio a terze vie, come invece lo stallo politico imporrebbe (a meno di un risultato netto nelle urne).

RUSPE

Ma nelle stesse ore in cui Liberman raccontava la sua narrazione della politica israeliana, Netanyahu annunciava nuovi insediamenti a est di Gerusalemme, mossa che qualcuno ipotizza possa essere un assist agli elettori più nazionalisti. Il primo ministro uscente ha assicurato che avrebbe ripreso il progetto da lungo tempo dormiente per costruire 3.500 case per coloni ebrei in una delle aree più sensibili della Cisgiordania occupata.

Si tratta di 12 km quadrati, dettagliatamente spiegate nel progetto “E1”, che risale al 1995, in seguito congelato dai successivi governi israeliani dopo le proteste internazionali. Secondo i palestinesi il piano taglierebbe virtualmente la Cisgiordania in due e circonderebbe completamente i quartieri palestinesi nella città santa. Ma Netanyahu in un discorso pubblico ieri ha assicurato che le ruspe partiranno immediatamente.

GIUSTIZIA

Blue and White e Likud hanno chiesto ulteriori indagini sul premier e sul perché possedesse azioni nella società di sua cugina Nathan Milikowsky che intratteneva rapporti commerciali con Thyssenkrup, la società tedesca che vendeva a Israele i sottomarini. Gantz annuncia una commissione d’inchiesta statale, mentre il Likud ha scelto di non rispondere. In un tweet Blue and White ha cinguettato che “questo è lo scandalo su cui si dovrebbe indagare”, menzionando anche le indagini che lo toccano in prima persona.

Il procuratore Dan Eldad infatti sta indagando sull’ex società fallita di Gantz, la Quinta Dimensione. In un’intervista con Channel 12, Gantz ha minimizzato la questione affermando che la sua compagnia era pulita. Ha detto che rispetta le forze dell’ordine e che se lui o chiunque altro nel suo partito fosse incriminato mentre è in carica, allora avrebbero fatto un passo indietro.

Quinta Dimensione è al centro di un’indagine penale con l’accusa di aver ottenuto senza gara d’appalto un contratto milionario. Liberman intanto coglie l’occasione per sfruttare le debolezze giudiziarie dei suoi concorrenti e dice che solo lui, e non Gantz, potrebbe rappresentare una sfida per Netanyahu a cui riserva la stoccata finale: “È ancora in politica solo per aiutare il suo destino legale”.

twitter@FDepalo

 

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