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La conquista macroniana di Parigi finisce sotto le lenzuola. Il commento di Malgieri

Sventolano le mutande sulla République en Marche! di Emmanuel Macron. E per puro caso non hanno fatto in tempo ad essere issate sull’Hotel de Ville, la sede del Comune di Parigi dove, tra un mese all’incirca, Benjamin Griveaux, sarebbe dovuto entrare come primo cittadino, sempre che gli avversari con i loro errori glielo avrebbero consentito. Sarà stato anche un complotto, ordito non si sa da chi (c’è qualcuno che tira in ballo russi, gilets gialli, non ben identificati nemici dell’Eliseo) ma il giovanotto, ritenuto tra i più brillanti collaboratori del presidente, suo portavoce e designato alla guida della capitale, è incappato nelle oscure mani di una non gentile signora, che con la complicità di un russo di malaffare, lo ha incastrato.

Nel tempo della pornopolitica – un genere assai di moda, in Italia abbiamo fatto scuola come si ricorderà e negli Stati Uniti incombe come una nuvola fastidiosa alla quale i cittadini ci hanno fatto l’abitudine – è stato uno scherzo disarcionare l’ingenuo Benjamin trafugando un video hot, girato con la complicità della stessa signora, o di qualcun’altra , nel quale abbondano scene di sesso esplicito.

Poco male, si dirà. Di questi tempi cosa volete che sia? Qualcosa pur sarà, invece, posto che il quarantaduenne Benjamin Griveaux si è presentato agli elettori come il campione della morale e sostenitore della famiglia (è sposato e ha tre figli). Un peccatuccio a sfondo sessuale a chi non si perdona? Non si perdona invece l’ipocrisia, hanno fatto sapere gli avversari dell’ex-candidato. E il russo, anti-Putin, si dice, Piotr Pavlenski, in complicità con la sua amante Alexandra de Taddeo (potrebbe essere lei la donna del video che si prendeva le “coccole” del tenero Benjamin?) hanno voluto denunciare questo scandaletto politico per dare un segnale di “moralità” appunto alla politica. Vien quasi da ridere. Chissà quanto è costata l’operazione e chi ne ha beneficiato…

Il video hot ha fermato la corsa del pupillo di Macron, e questo è il punto. Trascinando nella polvere per l’ennesima volta il presidente innovatore.

Il sindaco Anne Hidalgo, ridendosela sotto i baffi che non ha, finge indignazione. Ma tutto sommato a lei, socialista, va bene il porno di Palazzo non programmato, mentre Griveaux stava tentando di rimontare dalla terza posizione a cui lo inchiodavano i sondaggi, dietro appunto all’attuale sindaca Anne Hidalgo e a Rachida Dati, candidata dei post-gollisti.

La socialista Hidalgo, in corsa per la riconferma, come si conviene in questi casi, ha chiesto “rispetto per la vita privata e per le persone”. La stessa opposizione è sembrata impreparata, ma alla fine dovrà rassegnarsi a condurre una campagna elettorale tutta puntata sulla “moralità”. E non è nelle sue corde: già si ride da Saint-Germain al Marais, dalla rive gauche alla rive droite come se a Parigi non si fosse mai visto niente del genere nelle alcove dei partiti della République, per non parlare di quelle della monarchia.

Insomma, secondo consolidato costume, tutti fanno finta di indignarsi, ma il cellulare che riprende Griveaux (per quanto l’autenticità non sia stata confermata) in compagnia di una procace donzella, ha fatto felici in tanti, a cominciare dai competitori dell’uomo di Macron. È stata una manna insomma. E l’ipocrisia è quella che di chi finge di indignarsi per la presunta illiceità pruriginosa che dovrebbe attenere al confessionale piuttosto che al dibattito politico.

Ma si sa, di questi tempi il sesso tira. E dopotutto erano più felici i tempi di Napoleone III e della Contessa di Castiglione. L’imperatore a letto faceva politica, i parvenu di oggi si portano i telefonini che fanno danni apocalittici e per di più non ne ricavano dividendi politici.

Il “passo indietro” di Griveaux è stato così soavemente commentato dalla Hidalgo: “Prendo atto del ritiro di Benjamin Griveaux”. Ed ha aggiunto, da “moralista” quale si è scoperta, che “i parigini meritino un dibattito dignitoso”.

La dignità non è merce che si vende al mercatino settimanale sulla piazza antistante l’Hotel de Ville. E non sarà certo un colpo di testa ( o di sesso) di un giovanotto in calore a mandare a puttane la politica francese… si è portata avanti per tempo, come dimostra il casino francese che ci tocca quotidianamente commentare.



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