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Pendolaria, come viaggia il trasporto ferroviario in Italia

La bella notizia è che in Italia cresce la mobilità sul ferro: agli italiani piace e dove si investe il successo è garantito, da Nord a Sud, dall’alta velocità alle linee metropolitane. Anche per i pendolari c’è una buona notizia (sono 5 milioni e 700 mila i pendolari che ogni giorno viaggiano su metro e treni regionali): sono in arrivo nuovi treni, anche se nel Mezzogiorno e per chi sta fuori dalla rete veloce i problemi rimangono rilevanti. E aumentano ancora le differenze tra le Regioni e le diverse parti del Paese e la dotazione di trasporto su ferro delle aree urbane rimane rilevante rispetto al resto d’Europa.

Sono questi alcuni dati contenuti in “Pendolaria”, il rapporto annuale di Legambiente sul trasporto ferroviario in Italia, che fa i punto in termini di investimenti, convogli e persone e i risultati  prodotti dagli investimenti.

“Sono le grandi città e il Sud le due emergenze del nostro Paese nel trasporto ferroviario – ha detto il vice presidente di Legambiente, Edoardo Zanchini –. La nuova Commissione europea di Ursula Von der Leyen è impegnata per politiche e obiettivi più ambiziosi e per un piano di investimenti da mille miliardi di euro per raggiungere i target fissati dall’Accordo di Parigi sul clima. Il cambiamento della mobilità è imprescindibile per conseguire gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 fissati dall’Unione Europea al 2030 e al 2050 in cui si dovrà aver raggiunto la totale de carbonizzazione”.

I numeri di coloro che usano i treni per i loro spostamenti sono in costante aumento. I passeggeri che usufruiscono del servizio ferroviario regionale sono 3 milioni circa. Poco più di 2 milioni quelli che ogni giorno usano le metropolitane, presenti in sette città italiane (Milano, Roma, Napoli, Torino, Genova, Brescia e Catania). Sono 220.000 circa coloro che ogni giorno usano  il treno per i loro spostamenti. In dieci anni il bilancio dell’alta velocità è imponente, grazie anche al raddoppio dei convogli: 74 nel 2008, 144 nel 2019. I passeggeri sono passati da 6 milioni e mezzo a 40 milioni, con un aumento del 517%.

Anche i dati del trasporto regionale sono significativi, specie nelle regioni che più hanno investito in questo comparto, come la Lombardia e l’Alto Adige. Attualmente sono quasi 3 mila i treni in servizio, gestiti da diversi concessionari e l’età media dei convogli sta sempre più diminuendo, arrivando a poco più di 15 anni. Tuttavia, perdurano enormi differenze tra le diverse parti d’Italia nella qualità e nell’offerta del servizio. In alcune aree, come tra Firenze e Bologna, è tra i più competitivi in Europa. Ma fuori dalle direttrici dell’alta velocità e dalle Regioni che in questi anni hanno investito, la situazione sta peggiorando, con meno treni in circolazione e meno persone che ne usufruiscono: il Meridione in particolare continua a soffrire carenze strutturali. Così, mentre aumentano i passeggeri i Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, calano soprattutto in Campania, in Umbria, Molise e Basilicata.

Il maggior ritardo delle infrastrutture ferroviarie rispetto agli Paesi europei si evidenzia soprattutto nelle città. La dotazione nazionale di linee metropolitane è ferma a 247 chilometri (in  città in cui vivono circa 15 milioni di persone); nel Regno Unito se ne contano 672 chilometri; nella Germania 650; nella Spagna 610. Il totale di chilometri di metropolitane italiane è inferiore o paragonabile a quello di singole città europee, come Madrid (291 km), Londra (464 km) o Parigi (221 km). I dati Istat ci dicono che quasi 26 milioni di connazionali (il 42% della popolazione) vivono nelle 16 principali città, dove il tasso di auto di proprietà è tra i più alti al mondo: oltre 70 veicoli ogni 100 abitanti.

Il rapporto, oltre a fotografare il quadro aggiornato sul trasporto ferroviario, indica le priorità che occorre mettere in campo per superare l divario che ci separa dal resto dei Paesi europei. Innanzitutto occorrono più treni per poter potenziare l’offerta soprattutto sulle linee regionali. E quindi maggiori investimenti nelle aree disagiate e nelle città: nel 2019 non è stato inaugurato neanche un chilometro di metropolitane. Inoltre occorre un piano di interventi nel Sud, per collegamenti che mettano in comunicazione città, porti e aeroporti.

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