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Cala la ricchezza e cresce la spesa. Il peso dei dati Istat sui bilanci della famiglia

A gennaio l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e dello 0,6% su base annua (da +0,5% del mese precedente). È quanto emerge dai dati preliminari diffusi dall’Istat.

I DATI ODIERNI DIFFUSI DALL’ISTAT 

La lieve accelerazione dell’inflazione è imputabile prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati (la cui crescita tendenziale passa da +1,6% a +3,2%), dei Servizi relativi ai trasporti (da +1,1% a +2,9%) e dei Beni alimentari lavorati (che passano da +0,4% a +1,0%); tali andamenti sono stati solo in parte compensati dalla flessione più marcata dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da -7,8% a -9,5%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +1,3% a +0,8%).  “L’inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici si portano entrambe a +0,8%, rispettivamente da +0,6% e da +0,7%. L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto principalmente alla crescita dei prezzi dei Beni alimentari, sia nella componente lavorata (+1,4%) che non (+0,9%), in parte bilanciata dalla diminuzione dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,6%). L’inflazione accelera lievemente per i beni (da una variazione tendenziale nulla di dicembre a +0,1%), mentre rimane stabile la crescita dei prezzi dei servizi (+1,0%); il differenziale inflazionistico rimane positivo e pari a +0,9 punti percentuali (era +1,0 a dicembre).

LA COMPOSIZIONE DEL PANIERE

L’Istat ha precisato in mattinata che nessun prodotto esce dal paniere nel 2020 poiché tutti quelli già presenti non mostrano segnali di obsolescenza tali da motivarne l’esclusione. Automobili elettriche e ibride-elettriche, sia nuove che usate; monopattino elettrico, nel segmento di consumo riguardante le biciclette; Sushi take away, che arricchisce il segmento Fast food e servizi di ristorazione take away; Consegna pasti a domicilio. Ma non solo. Anche servizio di barba e baffi che si affianca al taglio capelli uomo nel segmento di consumo Servizi di parrucchiere per uomo e bambino; apparecchi acustici retroauricolari e intraauricolari che permettono anche di coprire la sottoclasse degli apparecchi acustici, prevista dalla classificazione Ecoicop; trattamenti estetici per uomo che arricchiscono il segmento relativo ai trattamenti di bellezza. Sono questi i nuovi prodotti entrati nel paniere Istat utilizzato per gli indici dei prezzi al consumo. Tra i prodotti entrati per migliorare la rappresentatività del paniere ci sono anche lavatura e stiratura camicia, nel segmento dei servizi di lavanderia abiti; applicazione smalto semipermanente, che integra il segmento relativo ai trattamenti di bellezza. Nel 2020 sono 1.681 i prodotti elementari che compongono il paniere utilizzato per gli indici dei prezzi al consumo Nic e Foi, raggruppati in 993 prodotti e 410 aggregati di prodotto (nel 2019 1.507 prodotti elementari, articolati in 922 prodotti e 407 aggregati di prodotto). Il paniere 2020 per l’Ipca comprende 1.700 prodotti elementari, raggruppati in 1.012 prodotti e 414 aggregati di prodotto (nel 2019 i prodotti elementari erano 1.524, i prodotti 914 e gli aggregati di prodotto 411).

UNA STRANGATA SECONDO IL CODACONS 

“L’inflazione rialza la testa a gennaio con il tasso che sale allo 0,6%, determinando una maggiore spesa su base annua pari a più 185 euro per la famiglia ‘tipo’ e  più 243 per un nucleo con due figli, e una mini-stangata sui trasporti”. Ad affermarlo in una nota è il Codacons.  “Ancora una volta l’inflazione risente dell’impennata dei beni energetici e, in particolare, dei carburanti – spiega il presidente dell’associazione dei consumatori, Carlo Rienzi -. A gennaio il gasolio ha registrato un incremento tendenziale dei prezzi del più 3,8%, mentre la benzina schizza al +6,7%. Ma è tutto il comparto dei trasporti a registrare listini in forte crescita, con i Voli nazionali che segnano un incremento annuo dei prezzi del +16,5%, i Voli internazionali del  più 18% e i treni più 8,4%. L’aumento dei prezzi di treni, aerei e carburanti determina una mini-stangata per le tasche dei consumatori  Solo per gli spostamenti, infatti, una famiglia con due figli si ritrova oggi a spendere in media più 162 euro su base annua a causa del forte rialzo dei listini nel comparto dei trasporti”.

LA RILEVAZIONE DELL’OCSE 

Un rialzo registrato anche per i Paesi dell’area Ocse. L’inflazione tendenziale, nell’area censita dall’Organizzazione che ha sede a Parigi,, a dicembre, è salita al 2,1% dall’1,8% di novembre 2019. A spingere l’inflazione sono soprattutto i prezzi dell’energia che sono cresciuti del 2,2% dopo una contrazione dell’1% a novembre. A dicembre l’inflazione tendenziale è aumentata in Francia (all’1,5%  dall’1% a novembre), in Germania (all’1,5%, dall’1,1%), in Giappone (allo 0,8%, dallo 0,5%), in Italia (allo 0,5%, da 0,2%) e negli Stati Uniti (al 2,3%, dal 2,1%). Stabile in Canada (al 2,2%), mentre è leggermente diminuita nel Regno Unito (all’1,4%, dall’1,5%). L’inflazione annuale nell’area dell’euro è aumentata all’1,3% a dicembre, rispetto all’1% a novembre. L’inflazione annuale nell’area del G20 è aumentata al 4% a dicembre, rispetto al 3,7% a novembre.

EUROSTAT SULL’INFLAZIONE 

In ambito europeo, secondo una stima diffusa da Eurostat a fine gennaio, l’inflazione a gennaio era cresciuta grazie a un balzo dei prezzi di alimentari, alcol, tabacco ed energia. Nello specifico, nei Paese dell’area Euro I prezzi al consumo sono diminuiti dell’1,0% mese su mese a gennaio con un aumento dell’1,4% su base annua, accelerando dal tasso dell’1,3% di dicembre e dell’1,0% di novembre. I prezzi  di alimentari, alcol e tabacco sono aumentati del 2,2% su base annua. I prezzi dell’energia sono saliti dell’1,8%. È intenzione della Bce mantenere  l’inflazione vicina al 2% nel medio termine, nonostante che da fatichi nel stimolare la crescita dei prezzi nonostante il programma di acquisto di titoli di Stato sul mercato per iniettare più liquidità nell’economia.

IL PROBLEMA DEL CALO DEL PIL IN AMBITO NAZIONALE 

Lo stesso istituto statistico continentale aveva evidenziato una  crescita economica della zona euro più lenta del previsto negli ultimi tre mesi del 2019. Infatti, il prodotto interno lordo nei 19 paesi che condividono l’euro è aumentato dello 0,1% su base trimestrale, con una crescita dell’1,0% su base annua. Purtroppo, è risultata evidente la battuta d’arresto  della ricchezza nazionale nel quarto trimestre. Proprio l’Istat, il 31 gennaio aveva confermato che si trattava di un risultato  peggiore delle attese, considerato che si prevedeva una relativa stabilità dell’economia. L’aumento registrato oggi sui prezzi al consumo pesa ancor di più sui bilanci della famiglia italiane. Di fatto rispetto agli altri Paesi europei ancor di più cala la ricchezza e cresce la spesa. Una realtà che sta divenendo una costante nelle ultime rilevazioni statistiche.


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