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Regionali Puglia. Ecco i giochi di equilibrio per maggioranza e opposizione

Se le regionali dell’Emilia-Romagna hanno sminato il terreno della maggioranza (e dell’esecutivo), quelle in programma a fine primavera potrebbero contribuire a sfumare posizioni ed equilibri, anche in seno alle opposizioni. Il caso Puglia in questi giorni è tornato fortemente di attualità, dal momento che in entrambi gli schieramenti convivono distinguo e tentativi di predominio.

CENTROSINISTRA

Il fronte Pd registra la volontà dei renziani di seminare una forte discontinuità con la Giunta Emiliano. Il senatore di Rignano lo ha detto a più riprese, spalleggiato da Carlo Calenda: il caso Ilva più di altri, così come lo stesso Renzi ha ribadito in un’intervista a Repubblica. È la ragione per cui sul punto stanno circolando con insistenza vari nomi, tra cui quello del ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova, pugliese, renziana. Il centrosinistra ha in verità riscontrato anche altri nomi nelle ultime settimane, come il magistrato-scrittore Gianrico Carofiglio. Ma al di là delle eventuali altre candidature, l’elemento che più spicca è la tendenza di Italia Viva ad incrinarsi lì dove il Pd fatica maggiormente. Emiliano sta tentando di inglobare anche una gamba centrista, come quella che fa riferimento all’ex sottosegretario al lavoro, l’alfaniano Massimo Cassano. Ma il punto è che proprio il centro potrebbe, in blocco, spostare i propri consensi a destra.

CENTRODESTRA

Il centrodestra in Puglia è dato in vantaggio. In base all’accordo raggiunto alcune settimane fa tra i partiti della coalizione, la Puglia spetta a Fratelli d’Italia, che ha già in sostanza raggiunto la quadra sul nome di Raffaele Fitto, eurodeputato e già governatore pugliese ed ex ministro nei governi Berlusconi. Ma la dirigenza regionale della Lega (e anche un pezzo di quella meloniana) ha da tempo avanzato dubbi. Le perplessità salviniane però dopo la sconfitta in Emilia Romagna sono state rispedite al mittente. La Puglia in questo momento rappresenta un versante complesso e sui generis per il centrodestra: nella Lega sono confluiti ex esponenti di An e del Pdl, persino ex forzisti che un tempo proprio a Fitto facevano riferimento. E che oggi rivendicano un posto al sole.

Di contro FdI cresce e anche grazie alla spinta dell’ala atlantista (Crosetto, Urso) anche in altre regioni, come dimostrano i numeri umbri e calabresi. E in Puglia c’è un pezzo di dirigenza meloniana che avrebbe preferito un altro nome, meno divisivo.

SCENARI

L’occasione per tastare il polso alle sensibilità romane del caso Puglia è stata la presentazione al Senato del libro “10 febbraio – dalle foibe all’esodo” (Libri del Borghese), scritto dal segretario generale del Ctim, Roberto Menia. C’erano tanti esponenti della destra di ieri targata An e di quella di oggi in FdI (ma non solo): il vicepresidente del Senato Ignazio La Russa, il direttore del TG2 Gennaro Sangiuliano, lo scrittore Marcello Veneziani (il cui nome era in verità circolato in autunno come possibile candidato in Puglia), il senatore umbro Franco Zaffini, l’ex ministro degli esteri ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata, l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno. E l’argomento della candidatura di Fitto circolava con insistenza.

twitter@FDepalo

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