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Conto alla rovescia per AstroLuca. Il ritorno (e i record) di Parmitano

È ormai partito il conto alla rovescia per il rientro a Terra di Luca Parmitano. L’astronauta italiano dell’Agenzia spaziale europea (Esa) atterrerà nella steppa del Kazakistan domani mattina, dopo duecento giorni in orbita, oltre la metà dei quali al comando della Stazione spaziale internazionale (Iss), primo italiano e terzo europeo a ricoprire il prestigioso incarico.

IL RIENTRO

Il boccaporto della navicella russa Soyuz-MS13 si chiuderà intorno alle 15:30 italiane di oggi, mentre l’arrivo sul Pianeta è previsto alle 8:30 circa di domani. Nel viaggio di ritorno, Parmitano sarà insieme all’astronauta americana Christina Koch e al cosmonauta Alexander Skvortsov, lo stesso che era partito con l’italiano lo scorso 20 luglio. L’americana era invece già a bordo della stazione spaziale, tanto da arrivare alla fine di dicembre a battere il record di permanenza nello Spazio per un donna, prima detenuto da Peggy Annette Whitson con 288 giorni.

LA MISSIONE

Dopo la missione Volare del 2013, Parmitano era ripartito verso lo Spazio la scorsa estate, nel giorno del cinquantesimo anniversario dello sbarco sulla Luna. In questi mesi ha compiuto più di duecento esperimenti, di cui sei proposti dall’Asi, e ben quattro passeggiate spaziali, tutte dedicate a consentire un prolungamento della vita operativa dell’Ams-02, il cacciatore di materia oscura. Nella precedente missione, Parmitano fu il primo italiano a compiere una missione extra-veicolare al di fuori della “rassicuranti” mura della Iss (ne fede due all’epoca, di cui una interrotta per il rischio di affogare. Con le quattro compiute nella missione Beyond, è diventando l’europeo con più ore trascorse all’esterno della stazione spaziale.

COLLEGAMENTI E SENSIBILITÀ

Negli ultimi sei mesi, AstroLuca si è collegato con i vertici istituzionali italiani, il presidente Sergio Mattarella, il premier Giuseppe Conte e il sottosegretario con delega allo Spazio Riccardo Fraccaro. Ha parlato inoltre con i premi Nobel per la fisica e la chimica del 2019, ma anche con tanti giovani studenti affascinati dallo Spazio. La Stazione orbitante è d’altronde un avamposto di esplorazione e ricerca, nonché un punto d’osservazione privilegiato sulla Terra. Da lassù, a 400 chilometri dalla superficie, AstroLuca ha più volte parlato degli effetti del cambiamento climatico, sensibilizzando sulla “fragilità” del Pianeta. È stato inoltre il portabandiera dell’Italia spaziale in un momento intenso per la politica del settore.

IL CONTESTO EUROPEO…

A novembre, la ministeriale di Siviglia dell’Esa ha disegnato il futuro dello Spazio del Vecchio Continente. L’Italia, che oltre a Fraccaro ha schierato il segretario del Comint di Palazzo Chigi Carlo Massagli e il presidente dell’Asi Giorgio Saccoccia, ha superato la prova, aumentando il proprio investimento, ottenendo il via libera ai programmi d’interesse e un nuovo biglietto per la collega Samantha Cristoforetti. Ora bisognerà far fruttare gli investimenti, monitorando quanto accade nel contesto dell’Unione europea dove la prima sfida è mantenere il livello di risorse previste per il settore (16 miliardi) nel prossimo bilancio 2021-2028.

…E LA CORSA SPAZIALE

Oltre i confini continentali, la corsa spaziale tra le potenze ha subìto un’accelerazione, evidente nella Space Force di Donald Trump. L’Italia ha ritrovato la bussola, abbandonando le velleità di collaborazione con la Cina sulla sua stazione spaziale e intensificando i canali transatlantici verso le prossime missioni lunari. La Penisola guiderà così l’Europa nei negoziati per salire a bordo del programma Artemis della Nasa, con cui l’Asi già a ottobre aveva siglato una dichiarazione d’intenti per approfondire la cooperazione sul campo.

VERSO LA LUNA (E OLTRE)

Verso la Luna puntano anche le novità degli ultimi giorni. L’Esa, nell’ambito del programma Luna-27 (sviluppato insieme alla russa Roscosmos), ha assegnato a Leonardo un contratto da 31,5 milioni di euro per la progettazione di Prospect, il sistema (dotato di trivella) che intorno al 2024 perforerà il satellite naturale alla scoperta dei suoi segreti, compresa la possibilità di sfruttarne le risorse per future missioni. Intanto, lunedì prossimo dovrebbe partire Solar Orbiter, la missione congiunta Esa-Nasa. Con tanta Italia a bordo, studierà il Sole come mai prima d’ora.

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