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Sardine, già le gomme a terra? I voti (bassi) del prof. Giannuli

Ho salutato con grande simpatia e speranza la comparsa delle sardine che mi sono parse una boccata di aria fresca in questo sistema politico pestilenziale. Ho apprezzato l’appello alla piazza, la polemica contro il populismo, l’enunciazione di sintesi capaci di misurarsi con temi complessi. Sin qui va bene. Ed hanno dato un contributo generoso alla sconfitta della Lega in Emilia.

Dopo, però hanno cominciato a perdere colpi e fare fesserie. L’inizio è stato con un documento pomposamente definito programma politico delle sardine e che è nel migliore dei casi, un temino di terza media:

1. “Pretendiamo che chi è stato eletto vada nelle sedi istituzionali a fare politica invece che fare campagna elettorale permanente”.
2. “Pretendiamo che chiunque ricopra la carica di ministro comunichi solamente su canali istituzionali”.
3. “Pretendiamo trasparenza nell’uso che la politica fa dei social network”.
4. “Pretendiamo che il mondo dell’informazione protegga, difenda e si avvicini il più possibile alla verità”.
5. “Pretendiamo che la violenza, in ogni sua forma, venga esclusa dai toni e dai contenuti della politica”.
6. “Chiediamo alla politica di rivedere il concetto di sicurezza e, per questo, di abrogare i decreti sicurezza attualmente vigenti”.

E vi siete messi tutti insieme per partorire questa genialata? Tolto il sesto punto, sul quale siamo d’accordo, il resto è una sequela di istanze di principio degne di un distaccamento si boys scout: pretendiamo questo e quello, che diavolo significa? A chi stai chiedendo (anzi da chi stai pretendendo)? Stai chiedendo di istituire nuovi reati o stai facendo appello ad una reazione dell’opinione pubblica?

“Pretendiamo che chi è stato eletto vada nelle sedi istituzionali a fare politica invece che fare campagna elettorale permanente”. “Pretendiamo che chiunque ricopra la carica di ministro comunichi solamente su canali istituzionali”. E se qualcuno lo fa che gli facciamo? L’unica è stimolare una reazione nell’opinione pubblica che faccia pagare un prezzo a chi fa queste cose, ma per ottenere questo non devi pretendere, devi darti da fare per rieducare la gente alla politica.
Non parliamo poi di quel “Pretendiamo che il mondo dell’informazione protegga, difenda e si avvicini il più possibile alla verità”. E chi volete che non sia d’accordo? Ma come si fa? Avete una idea?
Ma vi pare che questa schifezza sia a livello del pensiero della complessità. Se uno studente mi porta all’esame una porcheria del genere lo caccio a pedate nel sedere.

Poi è venuta la storia della foto con i Benetton, bella cantonata. Adesso Santori dice che forse è finito il momento della piazza: già stanchi? Siccome sin qui le sardine non hanno fatto altro che manifestazioni di piazza e non ci hanno detto cosa vogliono fare da grandi, non si capisce che cosa vogliono fare. Se tutta la manfrina è quella di andare nel Pd, accomodatevi pure ma senza farla troppo lunga e toglietevi dai piedi.

Sia detto cordialmente, e con la speranza che vi diate una regolata ed iniziate a fare politica sul serio. Auguri.



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