Londra e il Belgio si confermano obiettivi privilegiati del terrorismo con attacchi di individui armati anche solo di coltello. È quanto avvenuto nel pomeriggio di oggi a Streatham, nella periferia meridionale della capitale britannica: un uomo ha ferito a coltellate tre persone ed è stato poi ucciso dalla polizia, forse dopo un inseguimento. Scotland Yard ha subito parlato di terrorismo. Secondo un testimone oculare, l’attentatore aveva machete (dettaglio non confermato) e indossava quello che sembrava un giubbotto esplosivo, finto, forse composto di scatole di metallo come rigonfiamento. Un attentato analogo, e casualmente a distanza di pochi minuti, è avvenuto a Gand, in Belgio, dove una donna ha aggredito due persone con un coltello prima di essere ferita e bloccato dalla polizia.
La dinamica di Londra non è del tutto definita e secondo alcune ricostruzioni l’uomo sarebbe entrato in un negozio procurandosi il coltello e ferendo tre persone, di cui una versa ora in condizioni gravi. Se questi particolari fossero confermati, dimostrerebbero l’imprevedibilità di certe azioni, quasi che l’idea dell’attacco sia stata estemporanea. I testimoni concordano sull’immediato intervento della polizia, anche con molti agenti in borghese come si vede nei tanti filmati trasmetti subito sui social network. Si tratta di pattuglie-civetta con almeno tre agenti armati che circolano costantemente soprattutto nel centro di Londra e che sono giunte sul posto in pochi minuti.
L’attentato tornato subito alla memoria è quello dello scorso 29 novembre quando un ex detenuto uccise a coltellate due giovani sul London Bridge, Jack Merritt, 25 anni, e Saskia Jones, 23, che erano impegnati in un progetto di recupero dei detenuti promosso dall’università di Cambridge. L’omicida, Usman Khan, 28 anni, era stato condannato nel 2012 a 16 anni per reati di terrorismo ispirati ad al-Qaida, ma era stato scarcerato in anticipo per aver accettato un programma di deradicalizzazione anche se le sue intenzioni erano ben diverse. Questa volta l’attentato è avvenuto in una zona periferica, ma in una strada molto affollata di domenica pomeriggio e dunque con un alto numero di potenziali vittime.
Tra le tante dichiarazioni spicca quella del sindaco di Londra, Sadiq Khan, di religione musulmana: “I terroristi cercano di dividerci e di distruggere il nostro modo di vivere, ma qui a Londra non lo permetteremo mai”. I due attentati, anche per il bilancio fortunatamente limitato, rischiano di essere considerati routine in questi anni di lotta al terrorismo internazionale. Sono invece un ulteriore segnale da tenere presente quando la diplomazia discute su come agire in aree di crisi e per ricordare la necessità di interventi di deradicalizzazione dei quali non c’è ancora traccia.