Il Super Bowl, come al solito, non è solo spettacolo sportivo. Oltre alla vittoria dei Kansas City Chiefs e alla partita non brillante dei 49ers, ci sono gli spot pubblicitari e lo show televisivo. Passaggi milionari, su cui tutti investono: e nell’anno delle elezioni, i due big dello show-biz politico, il presidente Donald Trump, e il suo sfidante Michael Bloomberg, non potevano mancare l’appuntamento.
La sfida è aperta. Trump cerca una relazione che, se qualche mese fa poteva essere minata da alcune problematiche non secondarie, come l’impeachment, ora pare ben più potabile con la messa in stato di accusa che si è sgonfiata rapidamente senza intaccare troppo l’interesse degli americani. Bloomberg è la terza via: alternativo ai Democratici così come ai Repubblicani, cerca di sfruttare gli spazi lasciati aperti dalla polarizzazione del contesto politico. Un ruolo non facile, vincere da terzo, senza troppi precedenti nella storia americana.
“È molto interessante il confronto a distanza tra due candidati che hanno alcune cose in comune – spiega a Formiche.net Lorenzo Pregliasco, direttore di Youtrend e co-fondatore di Quorum. “Entrambi sono miliardari newyorkesi, anche se Bloomberg su una scala ben diversa. Un ex repubblicano e un ex democratico”.
Diversi se non opposti i messaggi veicolati, così come i pubblici di riferimento, continua l’esperto. “Bloomberg si rivolgeva all’elettorato delle primarie, con un appello alla comunità afroamericana, che sostiene in parte maggioritaria Joe Biden, e dall’altra sul tema del gun control sempre più sensibile per l’elettorato democratico. La sua è una partita interna ai democratici. Una partita strana, nessuno ha mai tentato la nomination entrando in campo così tardi, ha speso 200 milioni di dollari in spot”.
Il presidente in cerca di una ri-elezione ha invece puntato sui suoi cavalli di battaglia, a cominciare dall’economia e la crescita dell’occupazione. “Trump ha fatto una cosa in pieno stile Trump. Uno spot valioriale, da presidente uscente, incentrato sui risultati ottenuti. Più breve ed energico, si rivolge a una platea più ampia rispetto a quello di Bloomberg. Sono due prodotti diversi, perché parlano a elettorati diversi”.
Lo spot di Donald Trump:
I promised to restore hope in America. That includes the least among us. Together, let’s KEEP AMERICA GREAT!
Text TRUMP to 88022 if you liked our Super Bowl ad! pic.twitter.com/Lgjt53B7QX
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) February 2, 2020
Lo spot di Michael Bloomberg:
As a kid, George Kemp Jr. dreamed of playing in a #SuperBowl. Gun violence robbed him of that dream. But tonight, George was at the Super Bowl inspiring us all in a more powerful way. https://t.co/EijgNsu1Il pic.twitter.com/k4o3o69k6s
— Mike Bloomberg (@MikeBloomberg) February 3, 2020