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Sostenibilità economica e ambientale. I numeri dell’industria del vetro

Cresce di oltre 8 punti percentuali la produzione di vetro nel triennio 2016-2018; aumenta del 6% il fatturato; migliorano gli investimenti in tecnologie e innovazione (33 milioni solo per l’ambiente e la sicurezza); importanti i risultati in economia circolare con un tasso di riciclo che supera il 76% dell’immesso al consumo; si riduce la produzione di rifiuti e di consumi idrici; stabili le emissioni di CO2 nonostante l’aumento della produzione; in crescita il ricorso alle fonti rinnovabili (più del 26% nel 2018).

Sono questi in sintesi alcuni dati contenuti nel primo “Rapporto di Sostenibilità” di Assovetro, l’Associazione Nazionale degli Industriali del Vetro aderente a Confindustria, presentato ieri a Roma. “Con questo Rapporto – ha sottolineato il presidente dell’Associazione Graziano Marcovecchio – vogliamo raccontare le nostre attività a partire dai processi produttivi. Particolarmente rilevanti sono gli aspetti ambientali delle nostre attività. La circolarità, soprattutto, viene percepita di fondamentale importanza per il contributo che il vetro è in grado di garantire, sia dal punto di vista ambientale che da quello economico”.

L’industria del vetro in Italia conta oggi 16 società con 39 stabilimenti di produzione, soprattutto al Nord, oltre 20mila addetti (indotto compreso) e un fatturato di 2 miliardi di euro. La produzione del vetro nel nostro Paese è salita da poco più di 4 milioni 845mila tonnellate nel 2014 a oltre 5 milioni 340mila di tonnellate nel 2018, facendo registrare un aumento di più del 10%: nei primi nove mesi del 2019 la produzione delle sole bottiglie è cresciuta del 5,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Oggi l’Italia è il secondo Paese in Europa, dopo la Spagna, per quantità di contenitori prodotti.

Il vetro è quello che viene definito un “materiale permanente” cioè un materiale le cui proprietà non cambiano durante l’utilizzo o dopo il riciclo. Le qualità di questo materiale attengono alla sicurezza alimentare (materie prime tutte naturali, inattaccabile da liquidi, gas e microrganismo), la perfetta conservazione (inalterabile nel tempo, resistenza alle temperature, nessun trasferimento di sostanze dal contenitore all’alimento contenuto), trasparenza ed eleganza (versatilità di forme e colori, visibilità del contenuto), totalmente riciclabile (riciclabile all’infinito senza perdere le proprietà originarie). Da u n contenitore in vetro, una volta esaurita la sua funzione, raccolto in maniera differenziata e avviato a riciclo si ricava un contenitore che ha le stesse caratteristiche da quello da cui proviene, senza alcuna alterazione e senza bisogno dio trattamenti particolari: “Un chilogrammo di rottame di vetro permette di produrre un chilogrammo di vetro”.

Per tutti questi motivi il vetro è stato definito “campione dell’economia circolare”: nel 2018 è cresciuto l’immesso al consumo (1,7%), è aumentata la raccolta  (8,4%) e la quantità di rifiuti di imballaggio in vetro riciclati (6,6%). Oggi il tasso di riciclo del vetro da imballaggio, grazie all’attività svolta in questi anni da CoReVe, il Consorzio del sistema Conai che si occupa di avviare a riciclo gli imballaggi in vetro raccolti in maniera differenziata, è del 76,3% (1 milione 886 mila tonnellate a fronte di un immesso al consumo di 2 milioni 472 mila tonnellate) ed è largamente superiore a quello richiesto dalla normativa italiana (66%) ed europea (75% entro il 2030).

La produzione di vetro è un’attività energivora. Per essere fuso il vetro deve raggiungere alte temperature. Il consumo di energia rappresenta quindi un indicatore chiave per il settore sia in termini di consumi assoluti, sia di efficienza energetica, sia di utilizzo di energia da fonti rinnovabili. L’aumento dei consumi energetici è dovuto all’aumento della produzione. È aumentata, invece, la percentuale di energia rinnovabile utilizzata (dal 15% nel 2016 al 26% nel 2018). Pressoché stabili le emissioni di CO2 (derivanti soprattutto dal processo di fusione ad alte temperature) tra il 2017 e il 2018, in diminuzione rispetto al 2016.

“L’industria del vetro – ha concluso il presidente Marcovecchio – è al servizio di numerosi settori di grande importanza per la nostra economia: l’agro-alimentare, la farmaceutica e la cosmetica; le costruzioni e le infrastrutture; la mobilità su gomma e rotaia, l’architettura di interni e l’arredo. Le diverse soluzioni che il vetro può offrire garantiscono sicurezza e confort: il vetro protegge ma non costituisce barriere”.

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