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Zelensky a Roma. L’incontro con Conte, le speranze sul Papa

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è a Roma per una due giorni fitta di appuntamenti. Oggi è stato ricevuto dal premier Giuseppe Conte, e successivamente al Quirinale. Domani sarà in Vaticano.

Quello con Conte è stato un incontro “lungo e cordiale”, dicono dai corridoi di Palazzo Chigi – il meeting è stato chiuso senza una conferenza stampa. Roma ha dimostrato a Kiev di essere allineata sulle proprie istanze, dopo aver preso posizioni ambigue riguardo alle sanzioni contro la Russia – elemento che per l’Unione europea e gli Stati Uniti sono serviti a punire Mosca per l’annessione della Crimea e l’aiuto ai separatisti del Donbas, evitando una guerra diretta.

“È stato un incontro su contatti politici di alto livello”, spiega una fonte. Sul tavolo anche questioni che riguardano l’economia e gli investimenti, la collaborazione scientifica e culturale tra i due paesi. Si è parlato anche del processo al soldato Markiv: si tratta della storia dell’uccisione del fotografo italiano Andrea Rochelli,  per cui la scorsa estate la Corte di Assise di Pavia ha condannato il militare della Guardia nazionale ucraina e su cui Kiev ha preso posizioni critiche.

Ma il principale tra i dossier è stato “l’aggressione russa e le sanzioni” chiaramente. Un tema scomodo ha riguardato i centri di rappresentanza che la Repubblica democratica di Donetsk ha aperto in Italia – a Torino, nei locali della Fondazione Magellano, e a Verona. Si tratta di pseudo postazioni diplomatiche con cui una delle due auto-proclamate entità separatiste filorusse intenderebbe avviare operazioni di contatto e lobbying politico. È evidente come siano realtà non riconosciute dal governo di Kiev, che è in guerra con le istituzioni autoproclamate a Donetsk e Lugansk, riconosciute solo dalla Russia.

Ucraina e Russia sono in una fase di moderata distensione dei rapporti, almeno sul piano politico più alto, perché sul campo la guerra non si ferma. Anche nell’ultima settimana ci sono stati cinque soldati di Kiev feriti da un attacco dei separatisti (alcuni colpiti in modo grave). Zelensky, vincendo le elezioni presidenziali lo scorso settembre, ha incarnato le richieste degli ucraini per qualcosa di “nuovo”, portando avanti una piattaforma populista che si distaccava abbastanza dalla linea iper-atlantista del suo predecessore. Su questo, pur restando su un solco già trattato riguardo alla Russia, ha cercato contatti con Mosca per arrivare a negoziare una pace.

Domani mattina Zelensy sarà ricevuto in udienza privata da Papa Francesco dopo un vertice con il segretario di Stato, Pietro Parolin e il segretario per i Rapporti con gli Stati, Richard Gallagher. Un incontro quello col Pontefice che “porterà sicuramente alcuni nuovi sviluppi nel campo diplomatico”, ha commentato con l’Ansa Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina convito che, “nel contesto della guerra che la Russia sta conducendo contro il nostro paese”, le relazioni con la Santa Sede siano un elemento dal valore politico e geopolitico. In corso non solo il conflitto nel Donbas e l’annosa questione dell’annessione crimeana, ma anche lo scisma del 2018. Lo sconfinamento del conflitto in campo religioso ha portato la Chiesa ortodossa russa – con cui il putinismo ha costruito relazioni profonde – a disconoscere l’autocefalia della Chiesa ucraina e rompere le relazioni con Kiev.

La spiegazione del contesto in cui è portato a muoversi Zelensky domani in Vaticano fornita di nuovo attraverso le parole di Shevcuk: la Santa Sede “non è solo un importante centro religioso, ma è anche il cuore della diplomazia mondiale”. Ancora: “Quando diciamo che non esiste una soluzione militare nella guerra in Donbass, l’alternativa è sempre la diplomazia, il dialogo e le relazioni internazionali. E il Vaticano è un soggetto di diritto internazionale”, sottolinea l’arcivescovo maggiore.

Papa Bergoglio aveva augurato la pace in Ucraina durante la benedizione “Urbi et Orbi” di Natale, e aveva “approvato” il modo con cui stavano procedendo i negoziati tra Russia e Ucraina. Durante la sua visita in Giappone, a novembre scorso, aveva detto ai giornalisti: “Nel Donbass stanno pensando di pianificare un diverso regime governativo. Sono in corso discussioni. Questo è un passo positivo”.

Il Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina ha anche detto di aspettarsi che durante la conversazione di Papa Francesco con il presidente si parlerà delle condizioni della Chiesa greco-cattolica ucraina e di quella Cattolica romana in Ucraina. “I cattolici di rito bizantino e di quello latino sono una minoranza in Ucraina. Ed è ovvio che in uno stato democratico i diritti delle minoranze dovrebbero essere garantiti “, disse il Pontefice.



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