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Come prendere il timone della ripresa. I consigli di Bella (Confcommercio)

Non c’è molta scelta. O ci si fida del governo, o ci si fida del governo. Le piccole e medie imprese che in questo 2020 da incubo sotto il segno del coronavirus pagano il prezzo più alto, prima o poi si risolleveranno. Nel 2021, non prima. Mariano Bella è dal 2007 a capo del Centro studi di Confcommercio, la principale associazione tra le piccole e medie imprese italiane. Che in questi giorni vivono forse il momento più difficile della loro storia, dopo la stretta del governo per tentare di contenere il contagio in Italia. Forse però tutto questo è necessario.

Bella, l’Italia tutta è in quarantena. Per la nostra economia, che per il 90% poggia sulle pmi saranno guai seri. Facciamo due conti?

Noi partiamo da una stima, prima dell’estensione della zona rossa a tutto il territorio, che vedeva una riduzione del Pil tra -0,5% e -0,7%. Ora però stiamo valutando due cose, a cominciare dall’estensione del provvedimento. E qui possiamo dire che tutta la filiera del Pil italiano subirà un contenuto peggioramento, sulla base del quale aggiorneremo le nostre cifre.

Non c’era alternativa alle decisioni di Conte?

Guardi, noi rimaniamo convinti essenzialmente di questo: in questo momento il miglior provvedimento economico per le imprese sta nel tentativo di stabilizzare il contagio. Il resto, come il contenimento delle tasse, lo stop ai mutui, insomma le misure per l’economia, servono ma non sono risolutive. Mi consentono di non chiudere, ma non mi restituiscono quello che perdo.

Allora il governo ha fatto bene…

Ha fatto l’unica cosa che, in questo momento, poteva fare. Se io stabilizzo il contagio rapidamente allora si può pensare di recuperare la ricchezza perduta. Detto questo il punto è anche un altro. Oggi la sanità è in trincea, quando il contagio sarà stabilizzato, occorrerà capire come ripartire. Come verrà preso il timone della ripresa. La faccio breve, ce ne andremo tutti in vacanza o lavoreremo anche ad agosto per recuperare il tempo perduto?

Proviamo a darci una risposta?

Non ho molti dubbi. Non credo che verranno fatti straordinari. Non credo al fatto che si lavorerà quando sarà il momento di andare in vacanza. Peccato, perché potremmo recuperare il tempo perduto e allora potremmo uscirne decentemente. In caso contrario la perdita di queste settimane la recuperemo negli anni successivi. Ma figuriamoci se qualcuno rinuncia alle vacanze.

Nei giorni scorsi Confcommercio ha lanciato una proposta, in Toscana: negozi chiusi tranne quelli di prima necessità. Un bel coraggio…

Mi pare una risposta responsabile non vedo autolesionismo. Non non crediamo opportuno polemizzare con il governo. Che ci dice di stare a casa e noi dobbiamo stare a casa e non andare in giro, fine. La proposta è dura, ma comunque responsabile, per contenere il contagio. Io credo che l’ora delle polemiche arriverà, perché arriverà. Ma ora dobbiamo fare quello che dice il governo. Punto.

Bella diciamo che gli italiani se ne vadano ugualmente in vacanza e che quindi il grosso delle attività riparta a settembre. Quando rivedremo la luce, in termini di produttività?

Non prima del 2021. E comunque c’è un altro problema. In queste settimane non stiamo formando del buon capitale umano, perché le aziende sono ferme. E anche di questo pagheremo il conto, perché il capitale umano è qualcosa di fondamentale, di prezioso. E ogni giorno che perdiamo…

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