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Caro Conte, comunicare così (non) fa tanto figo. Il commento di Giannuli

Una situazione così non la poteva prevedere nessuno, e sin qui ci siamo, per cui è ovvio che siamo tutti spiazzati e andiamo a tentoni. Ma ho l’impressione che si stiano facendo non pochi errori di comunicazione. In primo luogo, è uno starnazzamento generale fra ministri, governatori, protezione civile, Istituto superiore di sanità ed esperti vari con indicazioni spessissimo contrastanti una con l’altra. Con l’ovvio risultato che la gente è disorientata. Non sarebbe stato il caso di allestire un sito, magari presso la Presidenza del Consiglio, dove dare le informazioni verificate ed ufficiali, come punto di riferimento generale? Certo sciocchezze se ne possono dire anche su un sito ufficiale, ma è pur sempre meglio di questa situazione dove fra tv, radio, web, giornali eccetera il primo che passa apre bocca e gli dà fiato. In secondo luogo, non abbiamo apprezzato la scelta del presidente del Consiglio Conte di comunicare attraverso Facebook che, sino a prova contraria, è un soggetto di natura privata. Perché non la televisione di Stato?

Magari con una mail dove i giornalisti avrebbero potuto far domande (mantenendo quindi una modalità di comunicazione in sicurezza). L’impressione (pessima) è che si volessero proprio evitare queste domande. Ma questa della comunicazione via Social ormai è costume diffuso fra tutti i politici, di maggioranza e di opposizione, un modo per stabilire un contatto diretto fra comunicatore e opinione pubblica evitando la scomoda mediazione professionale dei giornalisti che potrebbero mettere in difficoltà chi parla. E la disintermediazione è uno dei meccanismi propri del populismo di cui, poi, magari ci si lamenta. Ma che volete? Comunicare così fa tanto figo e moderno!

Proseguendo, va benissimo dare le informazioni con il massimo di libertà (e ci mancherebbe altro) ma non stiamo un po’ esagerando dal punto di vista quantitativo? I quotidiani dedicano dalle 8 alle 14 pagine al giorno, le Tv parlano quasi solo di questo argomento e così le radio… E non sempre si tratta di informazione, ma a volte, diciamolo, di paccottiglia: i casi umani, gli interventi strappalacrime ecc sono informazioni? Capisco che attirino l’attenzione delle varie signore Maria di Voghera e che le signore Maria di Voghera fanno audience e ( ma meno) copie di giornale vendute, capisco che questo faccia consenso intorno al governo e ce ne è bisogno, ma quando si esagera gli effetti possono essere controproducenti.

Questa over dose informativa non è senza prezzo: rischiamo che si traduca un una sindrome depressiva di massa. Ad esempio il servizio sui camion dell’esercito che portano le bare da Bergamo ad altri centri di cremazione, andava dato, ma solo una volta, senza insistere troppo. Così l’effetto può essere scoraggiante ed avere un effetto ansiogeno (quasi che ce ne fosse bisogno). Ad esempio trovo che non sia dato abbastanza spazio alle notizie positive (gli albori di un vaccino, la sperimentazione di farmaci, la creazione di un coordinamento internazionale in cui c’è la equipe del Sacco, la ricostruzione in 3d del virus, la possibilità di studiare il sangue dei guariti per ricavare indicazioni terapeutiche o di stimolazione delle difese immunitarie…) che avrebbero l’effetto di risollevare un po’ il morale.

Anche la sacrosanta campagna sul “restate a casa” è giustissima in sé, ma forse non è condotta nel modo più efficace. Le uscite isteriche di certi governatori dalle quali si capisce che la colpa della recrudescenza dei casi è tutta e solo dei cittadini (magari anche di quelli che escono una volta alla settimana per la spesa o fa farmacia o di quelli che devono andare a lavorare) rischia di ingenerare un diffuso senso di colpa. Anche le sparate macchiettistiche di chi minaccia (gusto dell’iperbole!!) l’uso di lanciafiamme per disperdere una festa di laurea irritano gli ascoltatori e sono inopportune. Si ha la sensazione che i governatori abbiano trovato nei cittadini indisciplinati (che fanno malissimo, certamente) il nemico e l’untore contro il quale unire gli altri.

Vanno bene gli spot ed in particolare quelli con personaggi dello sport e dello spettacolo, ma attenti ad esagerare con il martellamento, perché se poi i contagi non dovessero calare in breve, corriamo il rischio di un crollo del morale dovuto ad un senso di impotenza. Insomma, va benissimo la campagna, ma ….est modus in rebus.

Forse sarebbe meglio riflettere di più sul modo in cui serviamo notizie e commenti e, per il resto, osserviamo le norme ed… incrociamo le dita.



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