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Pmi, giustizia e tasse. Tutte le misure del Cura Italia

Dal Salva Italia al Cura Italia. Il governo va ancora una volta in soccorso della nostra economia, alle prese con una delle più grandi crisi dalla fine della Seconda guerra mondiale, decidendo di sparare ora e subito tutte le munizioni a disposizione, almeno per ora. Sono i famosi 25 miliardi a deficit con cui l’esecutivo proverà a tappare la falla prima che il panico di queste ore sui mercati e sui nostri titoli sovrani abbiano la meglio. E così, dopo tre rinvii, questa mattina il Consiglio dei ministri (rigorosamente in streaming) ha approvato il super decreto.

Una vera e propria manovra  di primo soccorso prima che la nostra economia vada in arresto cardiaco. Dentro c’è di tutto: imprese, famiglie, sanità naturalmente, lavoro e scadenza fiscali, prorogate già a partire da quelle negli scadenzari di oggi. Oltre a formalizzare la nomina del commissario per l’emergenza, a cui verranno attribuiti dei super poteri per facilitare il contrasto al coronavirus e armare il Sistema sanitario nazionale. Ecco cosa è uscito dal Cdm iniziato dopo mezzogiorno e anticipato ieri da un pre-consiglio fiume durato ben 8 ore, che ha lasciato poi il campo ai tecnici, al lavoro tutta la notte sulle misure.

I CAPISALDI

Questi i pilastri del decreto, che impiega tutte le risorse concesse dall’Europa come extradeficit dei conti pubblici italiani.  Primo, finanziare con circa 3 miliardi il potenziamento del sistema sanitario nazionale e della Protezione Civile, secondo 10 miliardi per il sostegno all’occupazione e ai lavoratori per la difesa del lavoro e del reddito, affinché nessuno perda il lavoro per il viruse terzo, iniezione di liquidità nel sistema del credito per garantire 340 miliardi di euro all’economia reale, con la sospensione delle rate di prestiti e mutui. C’è un quarto punto, ovvero la sospensione degli obblighi di versamento per tributi, contributi e di altri obblighi fiscali. E quindi, sospensione nel 2020 dei mutui prima casa non legata all’Isee ed estesa anche agli autonomi, congedo speciale pari al 50% della retribuzione o voucher babysitter per i genitori, cassa integrazione in deroga allargata a tutti i settori, indennità di 600 euro riconosciuta a professionisti e partite Iva.

CIG ERGA OMNES

Uno dei fronti più caldi è ovviamente quello del lavoro. È infatti previsto un nuovo trattamento di cassa integrazione ordinario in sostituzione dei precedenti ammortizzatori sociali in favore delle aziende che alla data di entrata in vigore del decreto-legge 23 febbraio 2020 hanno in corso un trattamento di integrazione salariale straordinario. Prevista la Cig anche per le aziende che hanno in corso un assegno di solidarietà. Spazio poi alla nuova Cig in deroga qui, si legge nel documento, le Regioni possono autorizzare una cassa di integrazione salariale in deroga in favore delle imprese per cui non trovino applicazione “le tutele previste dalle vigenti disposizioni in materia di sospensione o riduzione di orario in costanza di rapporto”.

LO SMART WORKING

Ancora, il lavoro agile, riscoperto per forza di cose in queste settimane dall’Italia tutta. Ai lavoratori del settore privato affetti da gravi e comprovate patologie è per esempi “riconosciuta la priorità nell’accoglimento delle istanze di svolgimento delle prestazioni lavorative in modalità di lavoro agile”. E i datori di lavoro sono tenuti ad autorizzare la modalità di lavoro agile ai lavoratori
dipendenti che abbiano nel proprio nucleo familiare una persona con disabilità ospitata in un centri riabilittivi chiusi dal provvedimento. Qualora il familiare con disabilità sia un minore la modalità di lavoro agile non può essere rifiutata, salvo che questo sia incompatibile con le caratteristiche dell’impresa.

IL FRONTE GIUSTIZIA

Anche la giustizia trova spazio nel decreto, visto che si tratta di un qualcosa legato a doppio filo con l’economia. Nel dettaglio, “sono prorogate fino al 15 aprile 2020 le misure già adottate di rinvio delle udienze civili, penali e amministrative, con le relative sospensioni dei termini già adottate precedentemente fino al 22 marzo 2020”. Infine, in seno al decreto, verrà predisposto un “provvedimento che intende assicurare il pieno ripristino della funzionalità degli istituti penitenziari danneggiati in conseguenza dei gravi disordini avvenuti all’interno delle medesime strutture anche causati dalle notizie sulla diffusione epidemiologica a livello nazionale del Covid-19”.

TRA MADE IN ITALY E PMI

Infine, le misure per le piccole e medie imprese, il segmento più esposto della nostra economia. Tanto per cominciare, aperture di credito a revoca e per i prestiti accordati a fronte di anticipi su crediti esistenti alla data del 29 febbraio 2020. Poi, “per i prestiti non rateali con scadenza contrattuale prima del 30 settembre 2020 i contratti sono prorogati, unitamente ai rispettivi elementi accessori e senza alcuna formalità, fino al 30 settembre 2020 alle medesime condizioni”. Ancora, “per i mutui e gli altri finanziamenti a rimborso rateale, anche perfezionati tramite il rilascio di cambiali agrarie, il pagamento delle rate o dei canoni di leasing in scadenza prima del 30 settembre 2020 è sospeso sino al 30 settembre 2020 e il piano di rimborso delle rate o dei canoni oggetto di sospensione è dilazionato, unitamente agli elementi accessori e senza alcuna formalità, secondo modalità che assicurino l’assenza di nuovi o maggiori oneri per entrambe le parti”.

Infine, verrà istituito istituisce un fondo da ripartire per la promozione integrata presso il ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al fine di potenziare gli strumenti di promozione e di sostegno all’internazionalizzazione delle varie componenti del sistema Paese, tra i quali il piano straordinario di sostegno al made in Italy realizzato tramite l’Ice.

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