Tutti schierati in prima linea per garantire disponibilità di farmaci, erogazione ai cittadini e ricerca sulle terapie più efficaci. Gli operatori del settore farmacologico ce la stanno mettendo tutta per affrontare l’emergenza da Covid-19, in una corsa contro il tempo che sta dando qualche importante risultato.
La prova? L’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, ha avviato giovedì la sperimentazione su un farmaco per l’artrite reumatoide, e Farmindustria ha aggiornato nei giorni scorsi a quarantuno il numero di prototipi per possibili vaccini. Il lavoro di ricerca è incessante, almeno quanto quello dei farmacisti, in trincea anche loro con tutto il personale sanitario. Per conciliare l’esigenza di approvvigionamento dei farmarci con i divieti di circolazione, Federfarma ha messo a punto con la Croce rossa italiana un accordo che permette la consegna a domicilio gratuita.
D’altronde, all’immobilità cui è costretta la popolazione (con buona pace delle autorità che faticano a far rispettare i divieti) fa da contraltare l’iperattività degli addetti ai lavori, impegnati a tamburo battente per trovare i rimedi alla malattia. Per il vaccino bisognerà aspettare a lungo prima che si arrivi all’individuazione e alla produzione su scala industriale, come ha spiegato il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, sottolineando però la “buona notizia” sulla ricerca: nel giro di una settimana i prototipi sono passati da trentacinque a quarantuno. Alcuni di questi, “in vitro e su animali hanno già dimostrato efficacia”, e presto saranno sperimentati sull’uomo.
Nell’attesa, non si resta certo con le mani in mano. Soprattutto per scovare tra i farmaci già esistenti quelli in grado di dare risposte significative anche al Covid-19. Ed è il caso del Tocilizumab, attivo contro l’artrite reumatoide, su cui l’Aifa ha autorizzato la sperimentazione a partire da giovedì.
“Saranno coinvolti 330 pazienti”, ha spiegato il direttore generale, Nicola Magrini, precisando che “i dati preliminari sono promettenti”. Meno confortante è la carenza di farmaci registrata negli ultimi giorni per le terapie ospedaliere, soprattutto nelle strutture delle Regioni settentrionali arrivate sull’orlo del collasso. Ma anche su questo fronte l’Aifa, insieme con Farmindustria e Assogenerici, sta mettendo a punto “soluzioni eccezionali ed emergenziali” per colmare le lacune.
Anche a costo di tenere a regime il personale impiegato negli stabilimenti delle industrie farmaceutiche, dove si lavora a pieno ritmo ma nel rispetto delle norme di sicurezza per i lavoratori. Gli stessi farmacisti si sono dovuti attrezzare in questo senso, sopperendo alla scarsità di mascherine con l’allestimento sui banconi degli schermi in plexiglass.
Tra gli impegni di tutte queste categorie c’è anche la corretta informazione al pubblico, spesso inquinata da false notizie (l’ultima smentita riguarda il presunto effetto di terapie a base di medicinali anti-ipertensivi sulla trasmissione e l’evoluzione del Coronavirus), o direttamente colpita dalle truffe on-line con la vendita di farmaci non autorizzati. “Non è consentita dalla normativa italiana”, ricorda l’Aifa, “ma è soprattutto estremamente pericolosa per la salute”.