Novembre 2015, un servizio trasmesso dal Tgr Leonardo manda in onda un servizio in cui si racconta di un esperimento condotto da un team di ricercatori cinesi i quali avrebbero scoperto che innestando la proteina superficiale di un coronavirus trovato nei pipistrelli della specie a “naso a ferro di cavallo” su un virus che provoca la Sars nei topi, la proteina può rendere l’ibrido adatto a colpire l’uomo. Nel novembre dello stesso anno, anche Ralph Baric, un ricercatore di malattie infettive presso l’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill, ha pubblicato uno studio proprio sugli sforzi del suo team per progettare un virus innestando la Proteina superficiale di un coronavirus trovato nei pipistrelli della specie molto comune detta “naso a ferro di cavallo” su un virus che provoca la Sars nei topi. Secondo i risultati del team, pubblicati su Nature Medicine, il virus ibrido potrebbe infettare le cellule delle vie aeree umane e causare malattie nei topi.
Arriviamo al 2020: il coronavirus inizia a diffondersi in Cina, a Wuhan, spostandosi poi a macchia d’olio in tutto il pianeta, Italia compresa. Messe al bando le teorie complottiste che parlerebbero di un virus creato in laboratorio, non si può non interrogarsi sui due indizi (che al momento non fanno una prova) arrivati da un passato non troppo lontano.
“Editors’ note, March 2020: We are aware that this story is being used as the basis for unverified theories that the novel coronavirus causing COVID-19 was engineered. There is no evidence that this is true; scientists believe that an animal is the most likely source of the coronavirus”, si legge in calce all’articolo di Declan Butler pubblicato su Nature e citato dal Tgr Leonardo. “Siamo consapevoli che questa storia viene usata come base per le teorie non verificate che il nuovo coronavirus che causa COVID-19 è stato creato in laboratorio. Non ci sono prove che questo sia vero; gli scienziati credono che un animale sia la fonte più probabile del coronavirus”.
“L’ultima scemenza è la derivazione del coronavirus da un esperimento di laboratorio. Tranquilli, è naturale al 100%, purtroppo”, ha scritto Roberto Burioni sui suoi social, tentando di mettere a tacere i sospetti che vedrebbero nel Covid-19 un esperimento di laboratorio e tentando così di tranquillizzare gli animi. A dimostrare che non si tratta di un esperimento, ricorda all’Ansa Burioni, è uno studio pubblicato proprio su Nature Medicine “nel quale c’è scritto che le analisi eseguite mostrano chiaramente che il virus non è costruito in laboratorio. Basta con le fake”.
Intanto, però, dalla Lega arriva una richiesta di chiarimenti al ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Il ministro Di Maio chiarisca subito con le autorità cinesi l’origine del Covid-19. Si riveda in proposito la puntata di Tgr Leonardo del 16 novembre 2015 su Rai 3. Potrà constatare lui stesso la notizia secondo cui un gruppo di ricercatori cinesi aveva creato in laboratorio un super virus polmonare dai pipistrelli e topi. Abbiamo presentato in proposito un’interpellanza urgente. Nello stesso servizio venivano peraltro sottolineate anche le forti preoccupazioni per questo esperimento da parte della comunità scientifica internazionale. Nonostante le rassicurazioni cinesi, il rischio che potesse contagiare l’uomo era già evidente. Di Maio attivi subito tutti gli accertamenti del caso. La verità deve venire a galla”, ha detto il capogruppo della Lega in commissione Affari esteri, Eugenio Zoffili.