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Salta Defender Europe. Ecco perché sono state annullate le esercitazioni

Alla fine, l’emergenza coronavirus ha vinto e l’esercitazione Defender Europe 20 è stata annullata tranne pochissime attività. Una nota dello Us Army Europe spiega che, a causa dell’emergenza Covid-19 e delle decisioni del Segretario della Difesa, dal 13 marzo è stato bloccato l’arrivo in Europa dei militari americani che si sarebbero dovuti aggiungere a quelli già arrivati: in origine dovevano essere in tutto 20mila dagli Usa oltre ai 10mila statunitensi già di stanza in Europa e a 7mila degli altri Paesi della Nato.

Con questa decisione sono state annullate le esercitazioni Dynamic Front, Joint Warfighting Assessment, Saber Strike e Swift Response collegate a Defender Europe mentre le brigate da combattimento già in Europa saranno impegnate in attività di artiglieria e in altre operazioni con gli alleati nell’ambito dell’esercitazione Allied Spirit, comunque modificata per gli ultimi eventi. Tutti i reparti inizialmente coinvolti in altre esercitazioni torneranno negli Stati Uniti.

Lo scopo di Defender Europe 20, la più massiccia esercitazione degli ultimi 25 anni, era verificare la preparazione delle forze armate Nato e nello stesso tempo l’efficienza di un rapido dispiegamento di quelle americane in Europa a supporto degli alleati europei. Dallo scorso gennaio l’Esercito aveva già dispiegato 6mila soldati dagli Usa compresi il comando di una divisione e una brigata di combattimento. Insieme erano arrivati 9mila mezzi e pezzi di equipaggiamento da basi europee e circa 3mila pezzi di equipaggiamento via mare dagli Usa, oltre al trasferimento di soldati in Germania e Polonia.

Da giorni sembrava probabile che Defender Europe non si sarebbe potuta svolgere. L’evoluzione dell’epidemia in Europa e negli Stati Uniti ha avuto un’accelerazione improvvisa. Inoltre, un civile italiano che lavora nella base americana di Vicenza è risultato positivo al coronavirus qualche giorno dopo un militare (del quale non è stata diffusa la nazionalità) in servizio nella base americana di Wiesbaden, in Germania. L’11 marzo il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, aveva già annunciato che l’Italia non avrebbe partecipato a Defender Europe anche se l’impegno avrebbe riguardato solo un’unità della Brigata Folgore e una della Brigata Garibaldi. Gli sforzi di tutte le Forze armate dovevano restare concentrati sull’Italia.

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