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A destra tanti voti, ma poca politica. Il commento di Arditti

Quando nel secondo semestre dell’anno vedremo gli effetti economici della crisi che stiamo vivendo sarà palese a tutti il bisogno di più solidi equilibri politici al governo dell’Italia, anche perché ci sarà una manovra di bilancio da approvare e un dialogo con Bruxelles tutt’altro che semplice da gestire.

Sarà cioè evidente la necessità di una vasta maggioranza parlamentare, capace di unificare (almeno per una certa fase) tutte le energie politiche della nazione per gestire la criticità.

Va detto però che a questo progetto di buon senso non sembra ben disposta l’opposizione di destra, che nelle ultime ore si è distinta in modo del tutto non funzionale a questo indirizzo.

Se da un lato infatti con la conferenza stampa congiunta di oggi Salvini, Meloni e Tajani hanno presentato il loro piano da 30 miliardi su sanità, lavoro, imprese e famiglie (dichiarando di voler discutere con il governo in modo costruttivo), dall’altro nelle ore precedenti hanno tenuto atteggiamenti di ben altro tono, cioè improntati alla polemica senza tregua.

Strana condizione quella della destra italiana.

Forte, anzi fortissima, nei consensi, al punto che (di fatto) ha vinto tutte o quasi le consultazioni elettorali degli ultimi tre anni (io considero di questo tipo anche il risultato delle politiche del 2018 e persino le regionali in Emilia Romagna, dove, pur nella sconfitta per la corsa a governatore, ha raggiunto un risultato inedito).

Debole però, anzi debolissima, nella sua consistenza politica, nella sua “forma” espressiva e nella sua dimensione di relazioni internazionali.

Per averne conferma basta guardare ai fatti (ed alle parole) degli ultimi giorni, escluso oggi.

Cominciamo dal soggetto politicamente più forte, cioè la Lega di Matteo Salvini.

L’ex ministro dell’Interno è stato molto efficace in questi anni, riuscendo a portare un partito sostanzialmente morto ad una percentuale di consensi che pochi in Europa possono vantare. Però è lo stesso Salvini che intervistato da El Pais dice “El gobierno italiano es incapaz de gestionar la emergencia del coronavirus”. Parole durissime, soprattutto se consideriamo che vengono pronunciate dialogando con una testata straniera. Parole che pongono il leader del più forte partito italiano in posizione di scontro frontale con la maggioranza di governo anche nel corso di una vera e propria emergenza nazionale come quella che stiamo vivendo.

Poi c’è Giorgia Meloni che in diretta Tv ha parlato di “comportamento criminale” del premier nella gestione delle ultime (dolorose) vicende. Parole in parte corrette già nel corso della trasmissione (L’Aria Che Tira di Myrta Merlino), indicando come “criminale aver pensato di utilizzare il coronavirus per una passerella personale arrivando addirittura a dare al Ssn la colpa del contagio”. Comunque, anche considerando la seconda versione, una posizione di totale opposizione, senza margini di dialogo.

Infine, c’è Forza Italia che, pur sforzandosi di tenere una posizione più moderata, finisce per farsi sentire più per i comunicati stampa sulle vicende sentimentali del fondatore che per le proprie posizioni politiche.

La destra italiana insomma sa fare il pieno di voti ma fatica a trovare un suo modo di stare nel “gioco grande”, dove continua ad apparire come l’ospite “imbucato” ad una festa.

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