L’emergenza sanitaria che ha travolto il Paese ha messo in piena luce gli effetti nefasti di anni di restrizione degli investimenti sociali; la carenza di infrastrutture adeguate che ne è derivata, soprattutto in alcune regioni italiane, mette a rischio la tenuta stessa del nostro tessuto civile.
PERCHÉ IMPORTANTE?
La salute è un bene pubblico che lo Stato deve tutelare, secondo gli insegnamenti di Luigi Einaudi. Il governo italiano ha il dovere di fronteggiare la crisi reagendo con immediatezza, ma non può limitarsi a questo.
STRUMENTI PER L’EMERGENZA
Esiste adesso l’opportunità di presentare a Bruxelles un piano per l’introduzione di strumenti finanziari (solidarity bond o eurobond) volti alla realizzazione di opere pubbliche di vitale importanza per il nostro continente e/o per l’introduzione della golden rule. Sul piano interno, bisogna invece lavorare sulla composizione della spesa statale e trasformare spese correnti in spese per l’accrescimento della dotazione di capitale sociale del Paese.
Gli investimenti, se ben congegnati, non solo sono indispensabili alla vita delle persone ma, attraverso il meccanismo del moltiplicatore, sono perfettamente in grado di autofinanziarsi. Sul versante interno, il livello degli investimenti deve passare dagli attuali 38 a oltre 60 miliardi di euro in uno o due anni; sul versante dell’Ue, bisogna lanciare un grandioso progetto infrastrutturale a tutela del territorio, dell’ambiente e della salute. Questa è l’unica risposta non illusoria ai problemi di disoccupazione e bassi salari che ci affliggono in modo drammatico da almeno quattro lustri. Lungi dal risultarne compromesso, il valore fondamentale dell’equilibrio di bilancio ne risulterebbe rafforzato.
COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
In Italia esistono i margini per impostare una ambiziosa manovra espansiva centrata sugli investimenti, frutto di un’opera di trasparenza e disboscamento della spesa che vada nella direzione di uno Stato meno invasivo, più efficiente e più presente negli ambiti di propria competenza; l’Unione Europea è già attrezzata per attuare un programma di investimenti aggiuntivi di almeno 500 miliardi di euro all’anno, per il prossimo decennio, senza rischi per la propria stabilità finanziaria.
L’alternativa a un’azione coraggiosa e lungimirante per il rilancio dell’economia è la disgregazione sociale in Italia e la dissoluzione dell’Unione in Europa.
(Articolo pubblicato su Competere)