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Erdogan e i migranti? Il vero obiettivo è la Siria. Parla il gen. Jean

Erdogan sta bluffando: vuole usare i profughi siriani ammassati al confine ellenico per costringere Bruxelles a intervenire in Siria e lasciargli mano libera con Mosca. Così Carlo Jean, generale di Corpo d’Armata, presidente del Centro studi di geopolitica economica e docente universitario che riflette con Formiche.net sulla crisi dei migranti in corso a Evros fra Grecia e Turchia.

Serviva davvero la nuova crisi dei migranti a Evros per testare l’affidabilità di Erdogan?

A dire la verità Erdogan sta bluffando, in quanto sta proponendo un obiettivo che non è in grado di raggiungere: avere il supporto dell’Ue nel caso siriano, ovvero una pressione economica degli stati europei sulla Russia per lasciare le mani abbastanza libere alla Turchia in Siria.

Fattibile?

Ben difficilmente potrà essere realizzabile, anche perché gli Stati dell’Ue hanno diverse linee di difesa contro questa massa di migranti: la prima è quella greca e bulgara. Penso che fra qualche giorno tutti quei migranti si accorgeranno che non è così facile venire in Europa come ha promesso loro Erdogan.

Perché al presidente turco è permesso in Siria di stravolgere l’alleanza con i curdi in chiave anti Isis e di creare un dislivello diplomatico con Mosca?

L’Ue si è limitata ad essere silente. Chi invece lo ha sostenuto sono stati gli Usa e l’Inghilterra che attribuiscono molta maggiore importanza alla partecipazione Turca alla Nato che non all’Unione europea.

Come si pone la Nato nei confronti di Erdogan?

La Nato aspetta che gli Usa decidano la linea da seguire, linea che Washington ha già scelto: per loro è più rilevante avere un’alleanza con la Turchia a fronte di una nuova immigrazione in Europa che, tutto sommato, gli Usa vedono anche di buon occhio perché diminuiranno la coesione europea, creando grossi problemi all’Ue.

I migranti sono lo strumento di Erdogan per legittimare la propria supremazia nella macro regione e anche nel dossier libico ed in quello energetico?

Li usa semplicemente come carne da cannone e non assegna loro un ruolo attivo, ad esempio per occupare alcune regioni siriane, in particolare quelle ricche di petrolio, sul confine iracheno. Ma quel greggio fa gola alla Turchia che non ha fonti energetiche proprie. Per il resto oltre che a difendere i turcomanni della zona di Idlib, o le altre milizie che fanno parte dell’armata nazionale siriana, i migranti non sono stati da lui usati come truppe di supporto.

Oltre alla passerella di Evros cosa dovrebbero decidere i vertici dell’Ue dopo il viaggio di oggi in Grecia?

Fare qualcosa senza poter far niente. Inoltre sembra che qualcuno abbia offerto a Erdogan un miliardo di euro, soldi peraltro rifiutati perché troppo pochi. Si parla di effettuare una selezione tra siriani che rimarrebbero in Turchia e altri, tra afghani, iracheni e bangalesi, che fanno parte del gruppo di 4 milioni di rifugiati in Turchia, da far filtrare a poco a poco in Ue. Un’opzione ben difficile data la situazione europea e considerato il fatto che l’Europa ha già tanti guai che attualmente non è in condizione di prendere alcuna decisione.

La vittoria di Netanyahu in Israele come si inserisce in tale contesto?

Non c’è dubbio che se dovesse scegliere, tra Assad e Erdogan, Israele sceglierebbe il turco in base all’assunto che il nemico del mio nemico è mio amico.

twitter@mondogreco

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