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Evros, ecco la risposta (unita) dell’Ue ai ricatti della Turchia

Un piano straordinario dell’Ue a sostegno alla Grecia per la crisi migratoria a Evros. La situazione alla frontiera turco-europea secondo Bruxelles va affrontata con interventi rapidi alle frontiere marittime e terrestri. Ma oltre alla Commissione Ue, che mette in campo un piano di azione da 700 milioni, Atene incassa anche il supporto di Parigi e Berlino. Il tutto mentre a Evros è ancora emergenza: infatti appena andati via i vertici dell’UE, è iniziata la battaglia a colpi di lacrimogeni sparati dalla polizia turca, che si trova a 40 metri dal confine, verso quella greca.

Ankara diventa una fabbrica di fake news: lo speaker del governo greco dice che “la parte turca sta creando e diffondendo false notizie rivolte alla Grecia. Oggi hanno creato un’altra tale illusione, con gli immigrati feriti e un presunto morto greco. Lo nego categoricamente”.,

Da sabato scorso a ieri notte sono stati respinti dai militari greci 27.823 persone e 220 arrestate. I detenuti sono stati trasferiti in centri di detenzione per immigrazione e condannati per ingresso illegale.

IL PIANO DI AZIONE DELL’UE

Il vice presidente della Commissione europea, Margaritis Schinas ha presentato i punti centrali del Piano di azione di sostegno alla Grecia, a dimostrazione di un’Unione più che mai unita in questo frangente. Un ruolo centrale lo giocherà Frontex, come regista di un nuovo programma di rientro delle persone (senza diritto di restare) dalla Grecia ai Paesi d’origine. Strumento operativo già da subito sarà un fondo speciale da 350 milioni per la gestione delle frontiere in Grecia, con riferimento alla capacità di accoglienza, ai rimpatri volontari e alle infrastrutture necessarie per le procedure di salute e sicurezza. Ma non è tutto, perché quella dotazione verrà raddoppiata, accanto al Meccanismo di protezione europea per assistenza medica.

La logistica verrà garantita da ulteriori 160 funzionari che si occuperanno delle richieste d’asilo e da un nuovo raccordo operativo con i Balcani occidentali.

LA STRATEGIA EUROPEA

Secondo Schinas la Grecia “affronta una situazione senza precedenti, questo compito difficile non può essere svolto solo dalla Grecia, ma è responsabilità di tutta l’Europa: dobbiamo dimostrare che tutta l’Ue darà il massimo sostegno agli Stati membri che subiscono queste fortissime pressioni”. “Non possiamo consentire che le drammatiche scene del 2015 e 2016 si ripetano. Come mostrato ieri, quando l’Europa è stata in grado di mostrare che sappiamo tenere la linea e che l’unità prevale. La Turchia non è una nemica. Ma le persone non sono armi. Faremo tutto il possibile per ricordare questi due principi nei prossimi difficili giorni. È il momento di azioni concertate e di sangue freddo. Credo che la situazione dei giorni scorsi mostri quanto sia importante che attuiamo un sistema globale ben funzionante per gestire migrazioni e asilo. Ora abbiamo la possibilità di un nuovo accordo su asilo e migrazione, e mi permetto di dire che sarà la nostra ultima chance. L’Europa non può fallire due volte su un tema così emblematico”.

FRONTIERE CHIUSE

Il concetto relativo alle frontiere chiuse è stato ribadito anche dalla commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, secondo cui le frontiere esterne dell’Unione Europea non sono aperte e non devono essere aperte. “Abbiamo una situazione molto preoccupante. Abbiamo molte persone che sono state spinte alla frontiera greca da false promesse e manipolazioni e ora sono intrappolate. Questa crisi politica che abbiamo non deve trasformarsi in una crisi umanitaria di lungo periodo”. L’Ue sta fronteggiando “una pressione straordinaria alla frontiera greca ed ecco perché è così importante dimostrare solidarietà alla Grecia da parte degli altri Stati membri. Siamo meglio preparati rispetto al 2015, ma non siamo ancora sufficientemente preparati”.

PARIGI E BERLINO CON ATENE

Il governo di Atene intanto incassa un sostegno anche da Francia e Germania. Il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, ha detto pubblicamente che l’Ue non si piegherà ai “ricatti” della Turchia e i suoi confini resteranno chiusi ai migranti nonostante la pressione di Ankara che vuole lasciarli passare. “I confini della Grecia e dell’area Schengen sono chiusi e ci assicureremo che restino chiusi”, ha aggiunto.

Da Berlino inoltre arriva la notizia che il Baden-Württemberg offre agenti di polizia per proteggere il confine turco-greco perché, come osservato dal ministro degli interni Strobl (CDU), “la frontiera greco-turca è attualmente anche la frontiera esterna tedesca”. Per cui propone che le guardie di frontiera nazionali tedesche debbano intervenire in breve tempo, in particolare la polizia federale. “Come ministro degli interni di un paese, posso immaginare che noi, lo stato del Baden-Württemberg, come parte della Repubblica Federale Tedesca e come parte dell’Europa, aiuteremo e sosterremo in Grecia a breve termine. D’ora in poi, un totale di 14 agenti di polizia potrebbero essere inviati in Grecia dal sud-ovest e possiamo aumentare questo numero a breve termine.”

twitter@FDepalo

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