Donald Trump e la Fed non si fermano più. Dopo aver portato a zero il costo del denaro a mezzo taglio tassi e aver sfoderato un bazooka da 700 miliardi di dollari sotto forma di Qe, negli Usa non è finita qui. La banca centrale americana e la Casa Bianca sembrano tornati a tutti gli effetti a essere quelle macchine da guerra dei tempi di Lehman Brothers, nel 2008, quando l’America toccò con mano la peggiore crisi finanziaria dal 1929.
E così, secondo indiscrezioni, l’amministrazione Trump si preparerebbe a chiedere il via libera del Congresso a un nuovo pacchetto di stimoli da 850 miliardi di dollari per supportare l’economia e contrastare la crisi del coronavirus. Lo riporta il Washington Post citando quattro fonti ufficiali vicine al dossier e sostenendo che il segretario del Tesoro Steven Mnuchin sia pronto a portare i dettagli del piano in Senato.
Notizia ripresa e rilanciata da altri media Usa, come il Nyt. Fra le misure sarebbero previste risorse da circa 100 miliardi di dollari per il sostegno del lavoro e da 50 miliardi di dollari per quello delle compagnie aeree. E così, al netto della sforbiciata ai tassi, nel giro di due giorni, Washington e la banca centrale rifilano un uno-due micidiale al virus che sta paralizzando mezzo mondo: 1.550 miliardi di stimoli se si considerano i due bazooka.
Tra i cardini della nuova operazione anti-coronavirus, anche un taglio alle tasse sui salari, del valore di 50 miliardi. Mossa che arriva a tre anni da quella ben più famosa con cui lo stesso Capo della Casa Bianca tagliò con un colpo solo le imposte sui profitti societari delle società, rimettendo così in moto gli utili delle grandi aziende. Inoltre, un gruppo di democratici del Senato, guidati da Michael Bennet del Colorado, Cory Booker del New Jersey e Sherrod Brown dell’Ohio, hanno proposto di inviare fino a 4.500 a quasi ogni adulto e bambino negli Stati Uniti quest’annoper fronteggiare l’emergenza.
La Fed da parte sua, fresca di Qe da 700 miliardi e da tassi allo 0% (prestare denaro oggi negli Usa non costa nulla), ha annunciato di voler mantenere il flusso di credito alle famiglie e alle imprese. Un’operazione attuabile proprio grazie ai poteri di prestito di emergenza della Fed.
Tre giorni fa anche la Germania ha sparato il suo bazooka: un piano in 4 fasi per contrastare gli effetti economici del coronavirus. Innanzitutto, lo Stato metterà a disposizione crediti illimitati alle imprese: il valore minimo annunciato è di 550 miliardi di euro, che verranno stanziati attraverso la KfW, la grande banca per lo sviluppo tedesca (l’equivalente della nostra Cdp) posseduta all’80% dallo Stato e al 20% dai Länder. Dettaglio non da poco: la KfW è al di fuori del perimetro del bilancio federale e le sue operazioni quindi non figurano nei conti dello Stato.