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Banche, debito e Fintech. L’occhio degli 007 sulla finanza

L’occhio del Dis continua a vigilare sul nostro sistema finanziario, legato a doppio filo anche al debito sovrano. “La tutela del nostro sistema finanziario, infrastruttura cruciale per la sicurezza economica nazionale”, si legge nella relazione presentata questa mattina a Palazzo Chigi, alla presenza del premier Giuseppe Conte, “ha continuato a rappresentare un obiettivo prioritario della ricerca informativa, rispetto all’eventualità di manovre potenzialmente in grado di alterarne il corretto funzionamento o minarne la stabilità, sfruttando patologie e vulnerabilità dell’ecosistema di settore”. Il sistema finanziario italiano, in particolare quello bancario, è solido come più volte ribadito dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Tuttavia, questo non può impedire crisi locali, che possano in qualche modo diventare sistemiche, con un effetto contagio. E poi, mai dimenticarlo, le banche italiane sono tra i principali detentori di debito sovrano. Di qui, una vigilanza costante da parte dei nostri 007.

OCCHIO SULLE BANCHE

Il contesto in cui si è mosso il Dis, “è quello in cui gli operatori del panorama nazionale sono parsi, da un lato, affetti da perduranti difficoltà patrimoniali dovute anche all’incidenza dei crediti deteriorati (Npl) sui rispettivi bilanci e, dall’altro, interessati a implementare piani di ristrutturazione e/o aggregazione, pure di respiro internazionale, necessari a recuperare competitività, ma con possibili implicazioni quanto al mantenimento dei centri di controllo nonché sul piano occupazionale, erariale e dello sviluppo del tessuto produttivo nazionale. In questo sensibile ambito, l’attività info-operativa è stata tesa ad esercitare una tutela attenta del settore, rispettosa delle logiche che ne governano l’andamento e lo sviluppo, ma pronta ad intercettare per tempo azioni distorsive dei mercati, elusive delle norme o comunque lesive dei nostri interessi, di cui non si è mancato di raccogliere evidenze anche nel 2019”. Insomma, le operazioni di fusione, necessarie a mantenere in vita gli istituti con le spalle più piccole, sono state attentamente monitorate dai nostri 007, al fine di prevenire ingressi nel capitale di player ostili. “L’attenzione riservata ai rischi di possibili effetti-contagio connessi allo stato di crisi di player bancari esteri e a taluni opachi piani di acquisizione di matrice extraeuropea si è coniugata con quella tesa a cogliere in chiave anticipatoria dinamiche suscettibili di ripercuotersi negativamente sulle negoziazioni del debito sovrano.

TRA FINTECH E CRIPTOVALUTE

Lo sguardo dell’intelligence è andato però oltre alla vigilanza sul sistema bancario. Per esempio, “sempre più soffermandosi sulle evoluzioni della tecnofinanza, ovvero il Fintech, vera frontiera dell’infrastruttura finanziaria mondiale, destinata ad accrescere e rivoluzionare qualità, novero e velocità dei servizi a supporto del tessuto produttivo e, più in generale, della collettività”. D’altronde, la tecnofinanza può essere facilmente l’ambiente naturale per attività legare al riciclaggio.

“Il rilevato utilizzo delle criptovalute a fini illeciti (specie di riciclaggio, ma anche di finanziamento del terrorismo), la progressiva disintermediazione in ampi segmenti del sistema finanziario e l’intrinseca transnazionalità della Fintech chiamano in causa l’esigenza di pervenire ad un quadro regolatorio condiviso in grado di tenere il passo con progressioni tecnologiche rapide e innovative, nonché le capacità di “lettura” di un fenomeno di cui sono ancora da cogliere tutti gli effetti trasformativi”.

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