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Golden power, cloud e autorità delegata. Cosa va (e cosa no) secondo il Copasir

Difendere la sicurezza del cloud della Pubblica amministrazione (Pa) e delle aziende quotate, riscrivere la normativa del golden power, istituire un’autorità delegata per i Servizi, vigilare su preoccupanti episodi di disordine sociale al Sud dovuti all’emergenza da coronavirus. Questi i temi al centro della riunione del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) riunitosi oggi a Palazzo San Macuto (su dieci membri ne erano presenti sette).

L’emergenza sanitaria non deve far passare in secondo piano quella della sicurezza, in un momento di grave esposizione del sistema economico ad azioni ostili dall’estero. È il messaggio che emerge con forza dal comunicato diramato dal presidente del comitato, il deputato della Lega Raffaele Volpi.

Il primo monito riguarda il Cloud della Pa. L’articolo 75 del decreto “Cura Italia” prevede una procedura negoziata fra almeno quattro operatori, e dunque non, come un passato, un bando. Il timore dell’organo bipartisan è che una simile procedura non assicuri il rispetto dei requisiti di sicurezza da parte di chi verrà scelto per installare la rete, a dispetto di quanto è stato indicato nel rapporto del Copasir di dicembre a conclusione di un’indagine annuale sulla sicurezza della rete 5G.

Accanto al criterio economico, andrebbe dunque affiancato un controllo sulla sicurezza. Cioè accertarsi, recita il comunicato, “che alcuni profili di urgenza inseriti nella decretazione del governo, in particolare nel settore delle telecomunicazioni ed informatica, nelle loro declinazioni semplificative non consentano inserimenti surrettizzi di aziende, che il comitato aveva già segnalato in settori di acquisizione di dati personali e strategici”. Il passaggio sembra far riferimento, fra gli altri, alle aziende cinesi delle tlc come Huawei e Zte che il Copasir aveva invitato ad escludere dalla rete 5G. Il messaggio, in particolare al ministro dell’Innovazione del Movimento Cinque Stelle Paola Pisano, è dunque quello di procedere, anche con una procedura d’urgenza, nella realizzazione del cloud nazionale, ma riscrivendo l’articolo 75 sul procurement.

Quanto al golden power, il Copasir richiede una revisione significativa della normativa vigente, con un lavoro congiunto con Palazzo Chigi per riscriverla. Il premier Giuseppe Conte ha ancora una volta ribadito, in un’intervista a Famiglia Cristiana, di voler estendere i poteri speciali “ad altri settori strategici”. Fra questi, oltre che al settore bancario e assicurativo finiti nel mirino degli speculatori dopo il crollo di Piazza Affari due settimane fa, il Copasir chiede di includerne altri. Un ragionamento, fanno sapere i parlamentari, deve essere avviato anche su settori come biochimica o farmaceutica, che in questo momento possono finire nel mirino di soggetti esteri. L’idea è che l’ombrello esistente, per quanto ampio, sia adatto a “tempi di pace” ma non a “tempi di guerra” come questo e non sia sufficiente per lo stress.

A questo si aggiunge l’invito al governo, si legge nel comunicato, di “individuare e inserire in propri provvedimenti le migliori risorse e le risposte possibili, anche con tempo determinato, a difesa degli interessi nazionali afferenti alle realtà finanziarie ed industriali strategiche per il Paese”. Tradotto: non basta il golden power, serve un supporto economico alle aziende, eventualmente chiedendo a realtà a partecipazione pubblica di intervenire per evitare operazioni border line contro asset strategici. Non c’è una soluzione univoca invece per il ruolo di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp). Il piano per farne un veicolo a sostegno delle imprese a rischio, infatti, incontra la contrarietà di una parte del mondo delle fondazioni bancarie, che la vedrebbero come un’intromissione, e fra le diverse forze politiche non mancano divergenze.

Nessuna traccia nel comunicato dell’autorità delegata che però sarebbe considerata dal comitato “un’assoluta priorità”. Non c’è spirito polemico contro Palazzo Chigi, ma solo la constatazione che serve dare funzionalità al comparto dell’intelligence in un momento particolarmente delicato per la sicurezza del Paese, magari con un ministro senza portafoglio o un sottosegretario.

È stato anche affrontato il tema dell’instabilità sociale. Preoccupa il Meridione: il caso di 300 dipendenti dell’Ospedale di Crotone che si sono messi in malattia ha suonato un campanello d’allarme. Ma non c’è solo il fronte sanitario. Raramente il terreno è stato così fertile per la nascita di episodi eversivi (la lettera del fondatore dei Gis, il “Comandante Alfa”, è solo un antipasto) o di discriminazione, con la possibilità di una proliferazione delle forze estremiste.

È un fenomeno non solo italiano, e anche per questo, concorda unanime il comitato, è necessario chiedere un più deciso intervento dell’Ue a sostegno dell’economia degli Stati membri con una rapida immissione di liquidità da parte della Bce. “Mi sorprende la superficialità di alcuni nostri partner europei – confida a Formiche.net Enrico Borghi, deputato del Pd e membro del comitato – se pensan di rimanere immuni dalla tempesta sanitaria oggi e dalla tempesta economica e sociale di domani sono dei sonnambuli. Questa pandemia rischia di innescare uno shock economico e sociale pari a quello del 1919”.


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