Quanto costerà all’Italia il coronavirus? Semplice, il 3,4% del Pil. Parola di Goldman Sachs, prima banca d’affari americana, che ha fatto un primo calcolo sull’impatto dell’epidemia sull’economia europea e globale. Il titolo del report lascia davvero poco spazio all’immaginazione: From Room to Grow to Room to Fall.
Ed ecco i numeri. Per l’Italia non è uno scenario rassicurante: secondo Goldman Sachs saremo il Paese che pagherà il prezzo più alto con una contrazione della ricchezza nazionale del 3,4 per cento nel 2020. La precedente previsione era di una crescita del +0,2%. Previsto un rimbalzo invece del Pil del +3,5% nel 2021 rispetto al +0,7% della stima precedente. Numeri che arrivano in un contesto di iper-pessimismo per le stime sul prossimo futuro economico.
E non è un caso che anche Standard&Poor’s e Morgan Stanley abbiano rilasciato studi e dichiarazioni che certificano un taglio delle stime. dall’agenzia di rating dicono che “la recessione è già qui” e prevedono una crescita mondiale annua all’1-1.5%, mentre dalla banca Usa preventivano uno “shock materiale all’economia globale” e che “questa volta sarà peggio della recessione globale del 2001”.
Tornando alle cifre di Goldman Sachs e allargando lo sguardo all’area dell’euro, la banca d’affari stima per l’Eurozona una contrazione complessiva dell’1,7 per cento, per quest’anno, seguita da un rimbalzo del 3,5% il prossimo. Riguardo in particolare ai primi due trimestri, Goldman Sachs vede una contrazione dell’Eurozona dell’1% nel primo e del 3% nel secondo. Per quanto riguarda le altre principali economie dell’area, il rapporto prevede una contrazione dell’1,9% per la Germania, dello 0,9% per la Francia e dell’1,3% per la Spagna con recuperi nel 2021 rispettivamente al 3,6%, al 3% e al 4,3%.
Sulle previsioni hanno ovviamente inciso le misure restrittive messe in campo dai governi in questi giorni e che impattano sull’economia. “A breve termine”, spiegano da Goldman Sachs, “è probabile che misure rigorose per combattere il virus accelerino un declino della spesa dei consumatori e delle imprese per attività come viaggi e intrattenimento. Inoltre le aziende stanno già segnalando problemi con le loro catene di approvvigionamento”.
Per gli Stati Uniti, “la previsione è che l’economia subisca una più forte contrazione trimestrale seguita da una forte crescita sequenziale nella seconda metà dell’anno. Ma le prospettive dipendono da una serie di fattori, tra cui la gravità e la durata dell’epidemia, la rapidità con cui la spesa si riprende quando diminuisce e l’efficacia della politica monetaria e fiscale nel fornire sostegno alle imprese”.