Un’ora prima della telefonata di oggi pomeriggio con cui il presidente cinese Xi Jinping ha dato la sua disponiblità al premier Giuseppe Conte di “lavorare con l’Italia per la costruzione di una nuova Via della Seta dedicata alla salute”, Huawei Italia aveva annunciato che fornirà dispositivi di protezione e soluzioni tecnologiche per far fronte alla situazione di emergenza causata dalle infezioni da coronavirus. Inoltre l’azienda, sottolinea una nota, ha istituito un’unità interna di crisi al fine di collaborare al meglio con le istituzioni nazionali e locali e avviare azioni di sostegno concertate con gli operatori di telecomunicazioni e i propri partner.
“Oggi le mascherine, domani Huawei”, spiegava soltanto pochi giorni fa in un’intervista con Formiche.net Ian Bremmer, politologo e presidente di Eurasia Group. Secondo lui l’operazione di sensibilizzazione cinese dell’Italia e dell’Europa in tempo di coronavirus renderà il Vecchio continente “molto più dipendente dalla Cina, e più propenso a resistere agli Stati Uniti su questioni come la concessione del 5G a Huawei”.
IL SOFT POWER MEDICO…
La mossa odierna di Huawei arriva dopo l’intervista rilasciata a DigitEconomy.24 per lo speciale coronavirus curato da Luiss Business School e Il Sole 24 Ore dal presidente di Huawei Italia, Luigi De Vecchis. Che non soltanto ha attaccato il Copasir ma ha anche spiegato le mosse del gruppo “in questi giorni drammatici per la vita del Paese”. “Sul piatto, oltre alla donazione di una serie di apparati di protezione, la possibilità di collegare in cloud gli ospedali italiani tra di loro, comunicando con le unità di crisi”. Come abbiamo già sottolineato su Formiche.net, in palio sembrano esserci quindi i dati sanitari degli italiani, con la cinese Huawei che tenta di riuscire nell’operazione negata alla statunitense Ibm con il suo sistema Watson.
Huawei è soltanto una delle aziende cinesi impegnate negli sforzi di soft power di Pechino per ripulirsi coscienza e faccia dopo i ritardi che hanno causato la pandemia. E se possibile approfittare dalla situazione di emergenza per guadagnare spazi. Tra queste ci sono Alibaba, Oppo e Xiaomi. Oggi Huawei Italia ha spiegato di aver già donato 1.000 tute protettive destinate ad alcuni ospedali di Milano e 200.000 mascherine tipo FFP2 CE sono in arrivo dalla Cina.
… E TECNOLOGICO
Ma, si legge ancora, “gran parte del piano di aiuti si basa sulla tecnologia”, dai dispositivi fino alla connettività di rete ad alte prestazioni: “una gamma completa di soluzioni sosterrà l’enorme sforzo che l’intero Paese sta compiendo in questa difficile situazione”. L’offerta di Huawei è facilitare lo scambio di informazioni e buone pratiche tra i team sanitari italiani e cinesi attraverso la sua piattaforma cloud Welink. Inoltre, continua la nota, saranno fornite apparecchiature per reti Wi-Fi 6 a dieci strutture ospedaliere provvisorie al fine di consentire le comunicazioni con gli altri enti sanitari.
“Siamo vicini all’Italia, il Paese in cui Huawei è presente da oltre 16 anni; crediamo che sia nostro dovere offrire tecnologia, competenze e forniture mediche in un momento così critico”, ha spiegato Thomas Miao, ceo di Huawei Italia. “La collaborazione e la solidarietà senza confini sono fondamentali per sostenere le istituzioni e gli operatori sanitari che stanno lavorando duramente sul campo per migliorare le condizioni dei cittadini italiani colpiti dall’emergenza”.