Il presidente israeliano, Reuven Ruvlin, affiderà domani l’incarico di formare il governo al leader di Blu-Bianco, Benny Gantz. Lo ha fatto sapere la stessa presidenza della Repubblica spiegando che Gantz è stato indicato, nelle consultazioni di oggi, da 61 deputati. Ossia, dopo tre turni elettorali in meno di anno, tutti finiti con un nulla di fatto, e l’esecutivo che procedeva per inerzia, Israele avrà un nuovo governo.
Gantz ha ottenuto l‘appoggio della Lista Unita, che per la maggior parte rappresenta gli arabi israeliani: per la prima volta dai tempi di Yitzhak Rabin sostengono un governo (seppure dall’esterno). Con l’ex capo di Stato maggiore c’è anche Avigdor Lieberman, ex ministro ultra-nazionalista che in passato ha preso posizioni durissime nei confronti del partito arabo d’Israele.
L’alleanza è delicatissima: Gantz ha 14 giorni — ma sono possibili estensioni vista anche l’emergenza sanitaria — per presentarsi da Rivlin con i nomi dei ministri. Primo passaggio sarà la legge di bilancio, su cui potrebbe già mettersi in gioco gli equilibri interni al blocco di maggioranza.
Esce sconfitto Benjamin Netanyahu, premier che è già nella storia del paese, protagonista di una rimonta disperata che lo aveva visto in testa per tre seggi alle ultime votazioni, ma incapace di formare un’alleanza tale da ottenere la maggioranza parlamentare.
Ora Netanyahu dovrà subire un processo per corruzione, frode e abuso d’ufficio per cui è stato rimandato a giudizio: processo che a causa delle misure per contenere la diffusione di coronavirus è slittato a maggio.