Torna il centrodestra che risponde compatto all’appello all’unità del Capo dello Stato per l’emergenza coronavirus. La coalizione, che governa la maggioranza delle Regioni italiane, si presenta con una “voce sola”, venerdì mattina 6 marzo in una conferenza stampa nella sala Nassirya al Senato.
Dopo averlo elaborato con i tecnici e in una serie di incontri con i rappresentanti delle principali categorie, il centrodestra annuncia il pacchetto di proposte di 30 miliardi di euro che sottoporrà al governo Conte per “la tutela di famiglie e imprese colpite”. Ora la palla passa al premier invitato a chiamare l’opposizione che intende discutere ed essere parte attiva delle misure che verranno prese.
“Non facciamo i postini”, avverte, aprendo l’incontro, Matteo Salvini. Il leader della Lega, principale partito del centrodestra – con Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, e Antonio Tajani, numero due di Forza Italia, ex presidente del Parlamento europeo e ora alla guida della commissione Affari costituzionali della Ue – chiede a Conte che la coalizione sia ricevuta prima di mercoledì quando è previsto che il decreto del governo arrivi in Parlamento.
“Ma non vogliamo andare a prendere un caffè a Palazzo Chigi”, mette in chiaro Tajani. “Nessun governissimo, come ho sempre detto, ma proposte per gli italiani”, sottolinea Salvini che annuncia: se Conte non darà ascolto all’opposizione, poiché lo stanziamento finora previsto di 7,5 miliardi “può bastare solo per una settimana, torneremo da Sergio Mattarella”.
Sul Colle Salvini era già salito nei giorni scorsi. Tajani concorda: “Siamo seri e affidabili, ma nessun governissimo. Queste sono proposte per gli italiani, non per il governo”. Meloni caustica: “Vogliamo aiutare l’Italia, non vogliamo poltrone. Il premier ci aveva detto di mandargli le nostre proposte per mail, ma non è questo il modo. Intanto, la europeissima Francia e anche la Germania hanno requisito tutto il materiale sanitario. Da noi il governo che fa? Ce lo deve dire quanto prima”.
Sulla Ue lo stesso Tajani, che è anche vicepresidente del Partito popolare europeo, con un curriculum di importanti incarichi nelle istituzioni di Bruxelles, avverte: “Non può non darci una risposta. Qui servono anche interventi della Bce, occorre dare un calcio al rigore (come ha anche scritto per “Il Giornale” ndr), perché il rischio è di trovarci in una crisi peggiore di quella che si aprì con la Lehman Brothers. La Ue deve essere un’unione di popoli, non soltanto basata sull’euro e le regole finanziarie ”.
Meloni: “La presidente della Commissione Ue non ha ancora speso una parola su questa crisi”. Salvini, Meloni Tajani, parlando con una “voce sola” danno un’immagine plastica di compattezza che oggettivamente si contrappone a certi segnali non esattamente univoci dati dal governo nei giorni scorsi, quei segnali “univoci” che il Capo dello Stato ha chiesto a tutti e quindi anche e soprattutto all’esecutivo. “Conte ascolti l’appello di Mattarella”, dice non a caso il numero due di Silvio Berlusconi, fondatore del centrodestra, che dalla Provenza a casa della figlia Marina, poiché i medici gli hanno consigliato condizioni di massima protezione, è stato a lungo al telefono prima della conferenza stampa, con il suo vice, Salvini e Meloni.
I quali manifestano anche stupore per aver saputo “dalle agenzie” (lo racconta Salvini) del rinvio del referendum sul taglio del numero dei parlamentari. Per il leader leghista, ex ministro dell’Interno, l’emergenza coronavirus “rimette in discussione un intero modello di governance globale, il modello della globalizzazione con quello della delocalizzazione”. Poi va giù duro sullo stop delle eportazioni dei nostri prodotti venuto dalla Francia e dalla Germania: “Alla faccia dell’Unione, quando gli altri hanno bisogno gli italiani devono pagare , quando l’Italia ha bisogno gli altri chiudono porte e portafogli. Finita l’emergenza sanitaria, occorrerà ripensare e ricostruire tutto, a partire da Bruxelles”.
Ma, sottolinea Salvini, “noi siamo l’opposizione che costruisce e ricostruisce, siamo la prima forza politica del Paese”. È la prima volta che il centrodestra, dopo varie settimane, almeno dalle elezioni in Calabria, si ripresenta pubblicamente unito. In questo periodo era andato avanti finora con proposte, seppur molto simili tra loro, fatte dai singoli partiti e leader. Berlusconi comunque aveva subito detto che nella netta distinzione di ruoli politici l’opposizione doveva collaborare per l’emergenza.
Il coronavirus e il precipitare della situazione fino alla chiusura delle scuole, un precedente, lo ha ricompattato. Restano sullo sfondo le elezioni regionali e le divisioni registratesi finora sulle candidature. Alla domanda se le consultazioni verranno rinviate Salvini risponde: “Sono decisioni che non spettano a noi, anche se mi piacerebbe che fossimo coinvolti”. Meloni, comunque, ribadisce: “Noi siamo pronti”. E Tajani avverte Conte: “Noi con le nostre amministrazioni rappresentiamo la maggioranza del Paese”. Il centrodestra a “voce sola” di fatto si rimette in gioco per una grave emergenza e in seguito a certi segnali di oscillazione dati dal governo, soprattutto nella giornata di mercoledì scorso. Alla quale ha fatto seguito ieri, giovedì 5 marzo, l’appello del Capo dello Stato.