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Cosa c’è dietro alle esercitazioni militari Usa nel Mediterraneo

Il terrorismo organizzato che si muove a cavallo del Sahel è un elemento di primario interesse per gli Stati Uniti e per l’Unione europea. La regione sub-sahariana è intrisa di gruppi che confondono la predicazione jihadista con attività di contrabbando di ogni genere – dalle sigarette alle armi, dalla droga alle persone. L’attenzione è salita moltissimo negli ultimi anni, e gli americani con altri Paesi europei – tra cui su tutti la Francia e l’Italia – hanno strutturato un piano di assistenza in termini di sicurezza e difesa agli stati della regione.

“Il terreno più fertile per il terrorismo” l’ha definito il capo dell’intelligence del Marocco, un Paese che segue da remoto la situazione e che recentemente è stato coinvolto dagli Stati Uniti in esercitazioni. Una anti-terrorismo con Senegal, Nigeria e Camerun – gli ultimi due molto attivi nella collaborazione con gli Usa sul fronte counter-terrorism soffrendo direttamente la presenza di gruppi jihadisti come l’ex Boko Haram e al Shabaab nel proprio territorio.

Un ufficiale della US Air Force ha definito il ruolo del Marocco “fantastico” durante un briefing con i giornalisti organizzato dal dipartimento di Stato: “Una delle cose più importanti dell’anno”, dice l’americano, è stata la possibilità di ricevere supporto logistico da parte delle forze armate marocchine, e da Washington si sottolinea l’importanza di condividere con gli alleati informazioni di intelligence raccolte.

E infatti, da oggi il porto di Agadir fa da base di appoggio per un’altra esercitazione, tutto fuorché banale, nel Mediterraneo, e che va oltre al valore anti-terrorismo nel Sahel. La “USS Eisenhower” e il suo gruppo da battaglia “Ike” compiono manovre congiunte con la portaerei francese “Charles De Gaulle”. “Nessuna singola nazione può far fronte alle sfide di sicurezza dell’ambiente marittimo da sola. Le operazioni di volo con doppio vettore dimostrano la nostra reciproca capacità di lavorare insieme in un ambiente operativo dinamico”, ha commentato con i media la vice-ammiraglio Lisa Franchetti, comandante della Sesta flotta degli Stati Uniti (quella che si occupa di coprire l’aerea geografica del Mediterraneo e che ha base a Napoli: la Eisenhower si doveva fermare al quartier generale per una visita, ma la sosta è saltata come misura preventiva davanti alla diffusione del coronavirus in Italia).

Il valore della presenza della Eisenhower nel bacino tra Europa e Nord Africa è strategico. E infatti i media pro-iraniani e pro-russi l’hanno sottolineata – con toni chiaramente critici – fin dal doppiaggio dello Stretto di Gibilterra il 29 febbraio. La presenza della portaerei americana viene traslata sulla crisi di Idlib, l’area dall’altra parte del bacino mediterraneo che l’esercito siriano sta cercando di strappare dalle mani delle opposizioni –– insieme ai russi e ai gruppi miliziani iraniani. Operazione che ha scatenato l’ira turca, alleata Nato.

“Il dispiegamento [della Eisenhower] servirà anche a dimostrare impegno verso i nostri alleati e partner in Europa e in Africa”, ha commentato Franchetti nello statement ufficiale di due giorni fa. “Queste rotte marittime vitali devono rimanere aperte per il commercio globale e la prosperità e un gruppo d’attacco di vettori statunitensi non è secondo a nessuno nella sua capacità di promuovere la sicurezza regionale”, ha aggiunto il comandante del Carrier Strike Group (CSG) 10.

Nel Mediterraneo l’Unione europea ha in programma di schierare una missione navale per monitorare il rispetto (continuamente violato) dell’embargo di armi alla Libia – dove Turchia, ed Emirati Arabi con Egitto, stanno inviando rifornimenti ai due fronti alimentando la guerra. Allo stesso, il quadrante è interessato da una serie di movimenti navali legati soprattutto alle dinamiche create nella porzione orientale. La presenza di un grosso elemento strategico americano come il gruppo da battaglia diventa un elemento aggiuntivo per mostrare bandiera in un’area che sta subendo penetrazioni da oriente, in particolare da Russia e Cina.

(Foto: Twitter, @amiralPrazuck)



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