Discontinuità con le recenti politiche migratorie, una forte iniezione al mondo produttivo e la promessa di portare le istanze dei grandi gruppi industriali al centro di una rinnovata agenda. Su questi tre punti (imprese, pil e business) si gioca la possibilità che il nuovo vertice della Cdu sia Friedrich Merz, dopo il passo indietro di Annegret Kramp-Karrembauer, ufficialmente per il caso Turingia ma di fatto per l’incapacità di gestire il primo anno del post merekelismo.
PERCHÉ MERZ?
Il prossimo 25 aprile verrà eletto il nuovo Presidente della Cdu: al momento Merz è in testa al gradimento come rilevato da un sondaggio condotto dall’emittente televisiva “Ard” che gli attribuisce il 40% del gradimento. A seguire i suoi sfidanti, ovvero il primo ministro della Renania settentrionale-Vestfalia, Armin Laschet al 32%, e il presidente della commissione Affari esteri del Bundestag, Norbert Roettgen al 13. Merz già lo scorso anno in occasione della vittoria di Akk, sfiorò l’impresa, proprio perché visto come il rappresentante dell’ala destra della Cdu, ovvero quello stesso bacino che ha iniziato a distaccarsi (idealmente ed elettoralmente) dal partito.
CHI È
Definito come “l’acerrimo rivale di Angela Merkel” in passato si è distinto per un’opposizione forte alle policies merkeliane, partendo da uno status di reazionario moderno, anche se il suo curriculum racconta di un uomo d’affari di matrice conservatrice. Accanto alle esperienze politiche, come la sua presenza nel partito da quando aveva appena 17 anni finendo alla carriera parlamentare al Bundestag e nel Consiglio economico della Cdu, ecco il bagaglio di rapporti professionali che ha avuto con Blackrock, la banca privata HSBC Trinkaus e lo studio legale Mayer Brown. Tre contingenze che gli hanno attirato numerose critiche, accanto però alla consapevolezza di una personalità forte e decisa, senza dubbio più densa rispetto alla pur volenterosa Akk.
TEMI
Già in occasione della corsa contro Akk, Merz era riuscito a toccare i tasti giusti dei delegati che lo avevano votato: come iniziative ad hoc per ogni “portafogli” tedesco, la discussione sul diritto all’asilo e la sua fortuna personale. Ovvero da un lato presente e futuro del popolo democristiano, dall’altro i temi caldi che avevano nel tempo prodotto il malcontento che poi è sfociato nelle performance negative in tutte le elezioni regionali dove la Cdu ha perso terreno (a vantaggio di Afd). Alcune delle sue proposte riguardavano la possibilità di incoraggiare l’acquisto di titoli a fini fiscali da parte di pensionati, l’espansione dell’assicurazione privata per la vecchiaia, una pensione privata più solida per poter mantenere il tenore di vita nella terza età e la possibilità di sostituire i buttafuori in locali e discoteche con poliziotti veri e propri.
I candidati dovranno ora affrontare le domande dei membri del partito fino al giorno del Congresso speciale. Sono previsti appuntamenti ad hoc come un “CDU-live” con i candidati e due “municipalità digitali” centrali con tutti i candidati, al netto delle disposizioni logistiche da Covid19. Dovrebbero inoltre esserci dei questionari con cui i membri potranno dialogare con i candidati per iscritto.
SUPPORTO
Ma chi sosterrebbe Merz nella corsa al vertice del partito? In Baden-Wuerttemberg nacque lo scorso anno il movimento “Iniziativa per Friedrich Merz”, con nomi pesanti come l’allora commissario europeo Guenther Oettinger oltre alla leader parlamentare locale Wolfgang Reinhart e al deputato 43enne Thomas Bareiß, nella Cdu sin dal 1994, poi anche Segretario di Stato presso il Ministero federale dell’economia e dell’energia. Merz ufficialmente non pare voglia mettere in discussione il diritto fondamentale all’asilo ma oggi lo schema è cambiato rispetto al 2018.
Non c’è solo la nuova crisi migratoria a Evros, con il nuovo ricatto di Erdogan a Bruxelles, ma due ulteriori elementi di oggettiva destabilizzazione: il Coronavirus richiede leadership decise e ferme, e la crisi economica che fino allo scorso anno era comunque presente in maniera lieve nel paese, dopo il Covid19 potrebbe crescere esponenzialmente anche in Germania. Un passaggio su cui i grandi gruppi tedeschi si stanno interrogando con insistenza.
Merz, si dice in alcuni circoli di pensiero tedeschi, potrebbe essere il nome giusto su cui far convergere chi vede nella rottura con l’era Merkel l’unica strada da percorrere per far tornare a girare l’economia.
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