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La propaganda cinese e l’amicizia vera. Ecco la risposta di Trump

Di Emanuele Rossi e Stefano Pioppi

Va dato merito all’Italia di aver compreso in anticipo i rischi della pandemia, nonché di aver agito prima di tutti con determinazione e sacrifici. Il “credit” non arriva da un rappresentante della nostra politica, ma da uno degli ufficiali più alti in grado degli Stati Uniti nel Vecchio continente, che si somma alle parole di Donald Trump per la Penisola e alla vicinanza espressa dalla Nato. Il messaggio più forte arriva dall’inquilino della Casa Bianca: “Gli Stati Uniti amano l’Italia”.

IL MESSAGGIO DI TRUMP

Nella fase in cui sta recuperando il terreno perso nel sottostimare l’emergenza, Trump cambia passo anche dal punto di vista politico internazionale. Nei giorni scorsi infatti, la Cina aveva provato a giocare sulla crisi offrendo supporto tecnico da trasformare in appoggio politico – atteggiamento tipico di Pechino, che spesso scambia gli investimenti in altri paesi con la creazione di sistemi di subordinazione. Il tweet uscito pochi minuti fa riprende un emozionante show delle Frecce Tricolori, diventato un video virale simbolo della resilienza italiana tanto quanto gli inni nazionali cantati alle finestre.

NARRAZIONI E CONTRO-NARRAZIONI

Dietro i simboli, è ormai evidente che le narrazioni internazionali sull’emergenza nascondano una competizione a tutto tondo, per nulla scalfita dalla pandemia. Anzi, il Coronavirus sembra aver rinvigorito i canali del softpower più celato, quello della disinformazione che viene dalla Russia (ne avevamo parlato qui in merito allo strano complottismo sulla missione Defender Europe) e quello della narrazione di Pechino, improvvisamente diventata da origine del virus a salvatore dell’Europa (qui un approfondimento). Ma l’Occidente non ci sta. E così, si moltiplicano i messaggi di vicinanza all’Italia da alleati e partner, nonché i tentativi di coordinamento in attesa del G7 in videoconferenza che lunedì prossimo cercherà di offrire una risposta unitaria.

IL “CREDIT” ALL’ITALIA

Prima del tweet di Trump, un messaggio per l’Italia è arrivato dall’ammiraglio James Foggo, comandante delle Forze navali americane in Europa e dell’Allied Joint Force Command di Napoli, lì dove ha tra l’altro sede l’Hub per il sud che il nostro Paese ha voluto affinché l’Alleanza Atlantica avesse un occhio più attento alle sfide del fronte meridionale. “Stiamo combattendo il virus in Italia e nel Jfc di Napoli da oltre un mese – ha detto l’ammiraglio – e devo riconoscere un grande merito alla nostra nazione ospitante”. La Penisola “ha capito prima di tutti che sarebbe stato un grosso problema ed è stato uno dei primi Paesi ad avviare test sulle persone in arrivo da aree esterne presso aeroporti e stazioni”, ha aggiunto, raccontando tutte le procedure a cui è sottoposto chi arriva all’aeroporto di Napoli, dal controllo della temperatura ai consigli da seguire.

LA MISURE A NAPOLI E OLTRE

Poi, la sottolineatura che pare un messaggio a chi forse non ha comunicato al meglio e con tempestività numeri e rischi del contagio. Al Comando di Napoli, ha detto, “stiamo prima di tutto over-comunicando”, che significa “dire tutto quello che sappiamo non appena lo sappiamo”, con attenzione particolare alla salute del personale, anche a quello impegnato dai Balcani all’Iraq, fino all’Africa, a cui il comandante ribadisce le norme da seguire: distanza di almeno un metro, e frequenti lavaggi di mani. Infine, il messaggio al capoluogo campano, con tanto di citazione da Naples ’44 (“libro che consiglio a chiunque prima di arrivare qui”) sul coraggio e la dignità del popolo napoletano. Il messaggio è chiaro: “Siamo insieme a voi, come alleati e partner; insieme siamo più forti e riusciremo a superare con successo questa emergenza”.

DA TRUMP A STOLTENBERG

Ma la contro-narrazione all’idea della Cina quale “Paese amico di cui ci ricorderemo” era arrivata fino alla Casa Bianca già ieri. Nella conferenza stampa con cui ha annunciato lo stato d’emergenza negli Stati Uniti, il presidente Donald Trump ha riservato alcune parole all’Italia. “È un Paese che amiamo”, ha detto rispondendo alla domanda di un giornalista. “Sta affrontando la situazione più difficile, ma credo che vedremo risultati molto buoni” e “noi stiamo lavorando con loro”. L’altro ieri era stata la volta di Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato. Nell’esprimere solidarietà e vicinanza agli alleati colpiti dall’emergenza, aveva lanciato un “pensiero particolare” per l’Italia. Parole non scontate, utili a mettere i puntini sulle “i” in un momento in cui bufale e fakenews, spesso sintomi di campagne ben ordite, si sommano alle preoccupazioni collettive.

L’ITALIA E LA NATO

È probabilmente per lo stesso motivo che il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha voluto fare chiarezza sull’Italia e Defender Europe, la maxi esercitazione che sta per iniziare in Europa nord-orientale, seppur con numeri rivisti al ribasso proprio per il Coronavirus. I militari italiani non vi prenderanno parte perché impegnati contro l’emergenza nazionali entro i confini. Eppure, l’Italia “sostiene il valore strategico dell’esercitazione”. D’altra parte, ha detto Guerini, la Nato rappresenta “il pilastro fondamentale, insieme all’Unione europea, per la nostra difesa e l’Italia continuerà a fornire il suo prezioso contributo nelle missioni internazionali per la stabilizzazione delle aree di crisi da dove provengono le minacce per la nostra sicurezza”



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