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Lezioni di giornalismo (si fa per dire). Dalla Russia con amore…

Scambio in punta di fioretto fra l’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov e il giornalista de La Stampa Jacopo Iacoboni. Il diplomatico ha scritto una lettera aperta al direttore del quotidiano torinese Maurizio Molinari per rispondere a un articolo di Iacoboni critico sugli aiuti inviati dal Cremlino a Pratica di Mare per soccorrere la popolazione nel bergamasco.

Il giornalista, riportando il pensiero di fonti politiche “di alto livello”, ha scritto che “l’ottanta per cento delle forniture russe è totalmente inutile o poco utile al nostro Paese”. “Naturalmente non sappiamo a quali fonti si riferisca l’autore e ci atteniamo in primo luogo alle dichiarazioni pubbliche di rappresentanti ufficiali della Repubblica Italiana” gli ha risposto l’inviato diplomatico di Vladimir Putin, chiamando in causa i ringraziamenti ufficiali del premier Giuseppe Conte e del ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Poi un appunto: “In ogni caso il giornalista non avrebbe dovuto disorientare gli stimati lettori in merito alla vera reazione dei vertici ufficiali italiani alle attività della Russia”. E ancora: “L’autore dell’articolo dovrebbe capire che i militari russi, così come i loro colleghi italiani, andando a operare nell’area loro assegnata, mettono a rischio la propria salute e forse anche la vita”.

L’indicazione di metodo e di merito non è piaciuta al diretto interessato, che ha risposto a tono. “Non c’è dubbio che in Italia e a La Stampa continueremo a non farci dire da nessuno cosa un giornalista «avrebbe dovuto» fare o non fare”, ha scritto Iacoboni nella sua replica.

L’ambasciatore Razov ha cercato poi di smontare la tesi di Iacoboni, per cui gli aiuti russi avrebbero come obiettivo strategico quello di incrinare i rapporti fra Italia e Nato. “Offriamo ai lettori l’opportunità di giudicare da soli chi e come viene in aiuto al popolo italiano nei momenti difficili. In Russia c’è un detto: “Gli amici si vedono nel bisogno”” ha scritto il diplomatico. A ben vedere, più che una smentita, sembra una conferma dei dubbi avanzati da La Stampa.

“Sorvolo sulle sue valutazioni su «insidiosi» secondi fini russi che io intravedrei: sono appunto sue valutazioni, i lettori giudicheranno”, gli ha risposto Iacoboni.

Non è la prima volta che Razov interviene a difendere la “disinteressata” solidarietà della Russia verso il popolo italiano. Lo ha già fatto in una recente più che cordiale intervista de Il Giornale, dove ha spiegato come “un terremoto di queste proporzioni modificherà anche le carte della geopolitica” e rispedito al mittente le accuse di “secondi fini” dietro la campagna di aiuti.

In verità, non è certo solo La Stampa a sollevare perplessità sulla genuinità dell’operazione avviata da Mosca. Da Bloomberg a Le Monde, dal New York Times a Deutsche Welle, diversi quotidiani internazionali hanno avanzato simili dubbi sull’operazione “From Russia with Love” guidata dal generale Sergey Kikot. Riceveranno anche loro una lettera?



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