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Addio referendum e riforma. Il coronavirus congela i piani di Putin

Si è fatto aspettare per più di un’ora, ha parlato per circa 30 minuti. Ma quando il presidente Vladimir Putin deve andare al sodo, non impiega molto tempo e lo fa senza giri di parole.

Il capo del Cremlino in effetti non ci ha girato molto intorno: la Russia non rimarrà immune dalla pandemia del coronavirus e quindi l’obiettivo ora è tamponare e restringere il contagio il più possibile, oltre a salvaguardare l’economia nazionale.

Tutto il resto viene dopo, inclusa la riforma della Costituzione e il referendum, che per dichiarazione dello stesso Putin sarà posticipato a quando l’emergenza coronavirus sarà finita.

“Penso che il voto debba essere posticipato a una data successiva – ha detto il presidente – vediamo come procederà la situazione nel Paese e nelle singole regioni. Sapete quanto per me questo argomento sia serio e chiederò sicuramente la vostra opinione su una materia che è cruciale per la nostra società”.

Ora, pero, le priorità sono altre. Nessuna data, nessuna certezza, solo una rassicurazione e una regola per tutti. Lo Stato russo è pronto a fronteggiare la pandemia dal punto di vista sanitario e le categorie più deboli saranno protette. L’imperativo per tutti, adesso, è stare a casa. Tutte le attività non fondamentali saranno chiuse per una settimana, senza che gli stipendi dei lavoratori debbano risentirne. L’esercito russo è già pronto per essere impiegato per fare rispettare le direttive, mentre nelle maggiori città sono in costruzione ospedali sul modello di quello di Wuhan.

“Siamo riusciti a restringere la diffusione del virus – ha detto Putin – ma non è possibile bloccarla completamente. Ognuno deve agire responsabilmente, nessuno deve pensare di poter essere immune dal contagio”. Il tono fermo è quello di chi sa che ha davanti due battaglie da combattere. La prima è quella della pandemia e la seconda è quella della tutela di un’economia già zoppicante, a cui il presidente sperava di poter ridare lustro proprio quest’anno.

Prima del suo discorso, Putin ha avuto un lungo incontro con Ėlvira Nabiullina, governatrice della Banca centrale russa. Il Paese, in questo momento, può contare su riserve particolarmente prospere, da cui il Cremlino attingerà per fronteggiare l’emergenza e con le quali tutelerà soprattutto tre categorie: gli anziani, i disoccupati e le famiglie con figli.

Ma il presidente sta anche pensando al supporto delle piccole e medie imprese, una parte del comparto produttivo russo su cui il neo nominato primo ministro Michail Mishustin stava puntando molto per rilanciare l’economia del Paese. Per loro è in arrivo il differimento fiscale di sei mesi, mentre coloro che perderanno il lavoro a causa del coronavirus riceveranno lo stipendio minimo fino alla fine dell’anno. Parte dei dividendi degli azionisti, poi, dovranno rimanere nel Paese.

Un cambio a 180° rispetto a qualche giorno fa, quando si diceva che in Russia la situazione era “sotto controllo”. Ma nel discorso di oggi Putin ha voluto far vedere che il Paese ha un piano. Sa perfettamente che su questa emergenza si gioca buona parte del suo consenso.

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