Istituita nel 2018 dalla Global Recycling Foundation la “Giornata mondiale del riciclo” nasce per far conoscere le buone pratiche del riciclo che servono per salvaguardare le risorse naturali, ridurre le emissioni di CO2 e assicurare un futuro migliore al pianeta e alle future generazioni.
I rifiuti che tutti noi produciamo non sono più scarti da smaltire ma risorse da riutilizzare creando nuovi prodotti e nuovi beni. È il nuovo paradigma dell’economia circolare contrapposto a quello ormai superato dell’economia lineare: non più estrarre, produrre, consumare, dismettere ma produrre, consumare, riciclare.
E l’Italia si conferma leader nell’industria del riciclo in Europa e nel mondo. Secondo l’ultimo rapporto “L’Italia del riciclo”, realizzato della Fondazione Sviluppo Sostenibile e pubblicato lo scorso dicembre, sono soprattutto gli imballaggi a tirare la volata. Negli ultimi dieci anni i rifiuti prodotti nel nostro Paese sono passati da 155 a 164 milioni di tonnellate (+6%) e il riciclo è cresciuto da 76 a 108 milioni di tonnellate (+42%). Secondo stime del Conai, il Consorzio Nazionale Imballaggi, nel 2019 sono stati avviati a riciclo oltre il 71% dei rifiuti di imballaggio, una quantità superiore a 9 milioni e mezzo di tonnellate.
“Se pensiamo che l’Europa ci chiede di raggiungere il 65% entro il 2025, possiamo dirci molto soddisfatti e guardare con ottimismo al futuro dell’economia circolare nel nostro Paese, ha commentato Giorgio Quagliuolo, presidente del Conai. I risultati migliorano di anno in anno rispetto all’immesso al consumo, passato dai 13 milioni 267 mila tonnellate del 2018 ai quasi 13 milioni e mezzo del 2019. Ma c’è ancora molto da fare: incentivare l’uso di materiale riciclato e aumentare gli impianti di riciclo soprattutto nel Mezzogiorno”.
Nel dettaglio, sempre per quanto riguarda le filiere dei rifiuti di imballaggio, lo scorso anno sono stati avviati a riciclo 390mila tonnellate di acciaio, 52 mila tonnellate di alluminio, 4 milioni di tonnellate di carta, 2 milioni di tonnellate di legno, 1 milione 79mila tonnellate di plastica e 2 milioni di tonnellate di vetro. Se poi si aggiungono ai numeri del riciclo quelli del recupero energetico si arriva ad un totale di 11 milioni 50mila tonnellate, pari all’82,4% dell’immesso al consumo.
Luci ed ombre per quanto riguarda il riciclo degli altri rifiuti. In crescita la raccolta degli oli minerali esausti, prossima ormai al 100% e di quelli vegetali con un più 80% negli ultimi dieci anni. La raccolta della frazione organica è passata dai 3,3 milioni di tonnellate del 2008 agli oltre 6,6 nel 2017: per raggiungere gli obiettivi europei sarà necessario dotare l’intero territorio nazionale di un’adeguata rete di impianti. Per quanto riguarda gli pneumatici fuori uso, il recupero di materia, in dieci anni, è passato dal 43 al 58%. In ritardo, invece, la raccolta dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee): 42% anziché 65%, obiettivo al 2019, delle pile (42%) e dei veicoli fuori uso, cresciuto di un solo punto percentuale in dieci anni (dall’82 all’83%).