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Dalla Russia con amore, Putin invia gli aiuti in Italia. Con un mistero…

Nei prossimi giorni in Italia arriveranno aiuti dalla Russia utili per combattere il coronavirus, ma che si portano dietro alcuni particolari ancora non chiari. Uno su tutti: l’operazione è gestita dal ministero della Difesa di Mosca, e insieme al materiale medico-sanitario e all’aiuto tecnico e umanitario, arriverà in Italia anche un numero non ancora chiaro di personale militare russo – si parla di poche unità, ma ci sono rumors su un contingente ben più ampio.

Il primo a lanciare la notizia è stato ovviamente Sputnik, canale che il Cremlino usa per diffondere internazionalmente la linea politica: la Russia invierà in Italia equipaggiamento sanitario ed equipe tecniche per “aiutare” l’Italia a fronteggiare la crisi. Il ministro della Difesa russo descrive con ben tre note la missione (segno che attorno c’è un interesse particolare, forse non solo umanitario). In queste specifica l’invio di alcuni messi con assistenza tecnica militare non solo dal campo medico.

L’invio di materiale è stato concordato nella telefonata di ieri tra il premier Giuseppe Conte e il presidente Vladimir Putin: il sito del Cremlino parla dell’invio di aerei e altri unità, compresi diversi virologi e medici dell’esercito. Quello di Palazzo Chigi non cita gli aiuti, ma solo ampie parole su sostegno e vicinanza da parte di Mosca. I dettagli generali dell’operazione sono stati discussi invece oggi dal ministro italiano Lorenzo Guerini e dall’omologo russo Sergei Shoigu – al momento della stesura di questo pezzo gli aspetti più tecnici e puntuali sono ancora in definizione tra stati maggiori.

Tra Conte e Putin c’è una buona relazione, rapporti costanti che seguono spesso un iter veicolato dal russo – molto scaltro nel muoversi nel panorama internazionale. Non ci sarebbe da stupirsi, dunque, se Mosca stesse usando anche il tema globale “coronavirus” per muovere i propri interessi sul palcoscenico internazionale – e se pensasse all’Italia, Paese tristemente colpito in misura maggiore in questo momento, come terreno di gioco (come già fatto dalla Cina).

D’altronde il Cremlino ha fatto sapere pochi giorni fa, tramite la Rospotrebnadzor che avrebbe iniziato la sperimentazione umana su un vaccino – inserendosi nella corsa per l’arma strategica del presente. Nel frattempo da Mosca escono percentuali sul contagio molto discutibile (se si considerano le dimensioni del Paese, le interconnessioni con le aree colpite e il numero di abitanti). E sempre in questi giorni l’External Action Service dell’Ue ha denunciato che dalla Russia stanno partendo campagne di disinformazione sul coronavirus in diverse lingue. Il contesto descrive un quadro: l’invio di materiali all’Italia potrebbe essere anche un’operazione nemmeno troppo soft di propaganda.

Tornando ai dati: secondo le informazioni in possesso di Formiche.net, nove IL76 dell’aeronautica militare russa (RuAF) sono pronti per seguire un ponte areo verso Pratica di Mare che sarà spalmato tra stasera e il 19 aprile. La fornitura riguarda diverse dozzine di ventilatori, qualche migliaio di mascherine e tute di protezione per il personale medico italiano, che arriveranno dal ministero dell’Industria russa, e circa centomila tamponi per effettuare i test di positività inviati dal ministero della Salute. Dalla Difesa russa arriveranno invece otto squadre con dieci medici esperti in virologia ed epidemiologia (“ciascuna comprensive di un anestesiologo, un terapeuta, un epidemiologo, personale tecnico e un traduttore”, è quello che ci indica una fonte). A guidare la spedizione sarà il generale Sergey Kikot.

Tra il materiale inviato ci sono anche dei mezzi motorizzati Kamaz dell’esercito russo, attrezzati per sanificare le strade. Sono queste unità che potrebbero essere accompagnate da personale militare in un numero ancora non chiaro. Val la pena ricordare, che sulla questione che riguarda la disinfezione delle strade non ci sono evidenze scientifiche. “Con un parere del 18 marzo, sintetico e chiarissimo, l’Istituto Superiore di Sanità (cui era stato richiesto di esprimersi in merito, ndr) dice che sulla base delle conoscenze scientifiche disponibili, non vi sono evidenze a supporto dell’efficacia della sanificazione delle strade e pavimentazioni esterne con prodotti chimici disinfettanti o igienizzanti“, spiega a Formiche.net Francesco Balducci, medico in servizio presso alcuni reparti di terapia sub-intensiva dedicati ai pazienti Covid19+ dell’Ospedale di Perugia.

Per altro, sempre secondo l’Iss le procedure di disinfezione hanno anche implicazioni logistiche ed economiche da considerare, in assenza di reale beneficio nel controllo dell’epidemia da SARS-CoV-2 – oltre che, secondo l’Arpa del Piemonte, l’uso di determinati composti (come la candeggina) è una pratica che danneggia l’ambiente.



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