Gli Stati Uniti hanno informazioni di intelligence secondo cui i Talebani non intenderebbero onorare l’accordo di non belligeranza nel quale si sono impegnati. Lo stesso presidente Donald Trump, che sulla fine della guerra in Afghanistan (la più lunga della storia americana) ha investito capitale politico ed elettorale, s’é lasciato andare a un’uscita pessimistica. Un giornalista alla Casa Bianca gli ha chiesto venerdì se i Talebani, una volta usciti americani e alleati dal Paese, avessero intenzione di prendere il potere come già successo in passato, e lui ha risposto: “È possibile che succeda”.
“Non hanno intenzione di rispettare l’accordo”, ha detto al NBC News un funzionario a conoscenza delle info di intelligence, che altri due hanno descritto come “prova esplicita che fa luce sulle intenzioni dei talebani”. Dopo che NBC ha pubblicato l’articolo ieri per prima, diversi altri media americani hanno riportato notizie simili su basi informate da fonti Usa. E la situazione s’è portata dietro la reazione del portavoce del gruppo jihadista afgano: “Rifiutiamo categoricamente le accuse dei funzionari degli Stati Uniti a NBC News secondo cui i (talebani) non hanno intenzione di attenersi all’accordo. Il processo di attuazione sta andando bene finora e tali commenti dei funzionari degli Stati Uniti non possono essere giustificati”.
L’intelligence descritta dai funzionari americani è coerente con quanto affermato da altre fonti talebane in Pakistan sempre alla NBC (che ha dedicato un super articolo alla vicenda, e dunque si presume che avesse ottimi dati). Quei rappresentanti talebani affermano che il gruppo considera il processo di pace come un modo per garantire il ritiro degli “occupanti” americani, dopo di che attaccheranno il governo appoggiato dagli Stati Uniti. “‘Chiederemo alla leadership afgana e ad altre fazioni politiche che visto che gli Usa ci hanno accettato è tempo che ci venga riconsegnato il paese, pacificamente”, ha spiegato alla NBC un membro talebano.
“In base al nostro accordo con gli Stati Uniti, non effettueremo attacchi nelle città e nei distretti urbani in Afghanistan. Ma continueremo i nostri attacchi nelle aree rurali del paese”, ha aggiunto la fonte che la rete americana descrive come “un comandante”.
Diversi esperti hanno sollevato dubbi sull’intesa, legati all’effettiva intenzione dei Talebani, palesata dall’intelligence alla NBC. Tra l’altro a firmarla in Qatar con il rappresentante speciale americano è stato un membro fondatore del gruppo combattente, che però ha passato otto anni in carcere in Pakistan e potrebbe aver perso appeal sugli altri proseliti e sulla catena di comando.
Da dopo il 29 febbraio, giorno della firma, i Talebani hanno compiuto circa 70 attacchi contro le forze di sicurezza afgane. Una tattica che dovrebbe servire a pressare il governo verso uno scambio di prigionieri — sono 5mila, sarebbero parte del deal, ma il governo di Kabul non è ancora intenzionata ad accettare e la questione è uno dei nodi dell’accordo. Venerdì, dopo la telefonata storica tra Trump e il leader co-firmatario, c’è stata una raffica di azioni talebane. È possibile che il gruppo non abbia una lettura omogenea della situazione, inoltre all’interno dell’organizzazione afgana c’è timore che il presidente americano possa usare il piano di accordo come una dote elettorale, e tornare indietro sul ritiro e sull’intesa dopo le elezioni di novembre (o che colui che entrerà alla Casa Bianca faccia qualcosa di simile) — circostanza negata, a nome di Trump, dal segretario Pompeo in un’intervista su Sky News.
La pericolosità dei Talebani resta elevata. Il gruppo ha manifestato negli ultimi anni che ha intenzioni belligeranti, e ha riconquistato il controllo di diverse aree, portando avanti anche attentati importanti. Inoltre anche recentemente è stato dimostrato come le connessioni con al Qaeda non siano finite. A ottobre, quando una squadra congiunta di forze speciali americane e afgane ha ucciso Asim Umar, capo della filiale qaedista nel Subcontinente indiano (Aqis), lo trovarono protetto e nascosto dai Talebani nel sud del Paese.