La Verkhovna Rada, il parlamento ucraino, ha approvato le dimissioni che il primo ministro, Oleksiy Honcharuk, aveva presentato ieri per la seconda volta negli ultimi tre mesi. Sono stati 353 i parlamentari a chiedere che il premier lasciasse l’incarico, ben oltre i 226 voti richiesti. “Nonostante alcuni risultati ottenuti, il governo ha commesso una serie di errori che i cittadini ucraini non possono tollerare”, ha detto il presidente Volodymyr Zelensky, che – con le dimissioni di Honcharuk – sostituirà l’intero esecutivo.
Zelensky, eletto ad aprile 2019 sull’onda di un voto sostanzialmente populista, ha chiesto al governo, nominato a fine agosto dello scorso anno, dei risultati economici veloci. E invece negli ultimi sei mesi il Pil s’è bloccato, e questo ha prodotto la rottura tra il presidente e il 35enne Honcharuk. Incomprensioni culminante a gennaio, quando era uscito un audio in cui il premier definiva l’ex comico eletto a capo dello stato come un “laico” in economia – il termine laico però era usato con accezione molto negativa, per descrivere una persona non preparata e senza professionalità.
All’epoca, Zelensky respinse le dimissioni, dicendo che era disposto a dargli una seconda possibilità, e – non senza spinta populista – aveva aggiunto che non era quello il momento di scuotere politicamente l’Ucraina. Il riferimento andava ai contatti con la Russia sul fronte orientale, dove dal 2014 è in corsa una guerra tra Kiev e le truppe delle due repubbliche separatiste del Donbas (che ricevono assistenza da Mosca).
Eletto a furor di popolo come outsider politico che prometteva di reprimere la corruzione, rilanciare il Paese e pacificare con la Russia, Zelensky ha visto le quotazioni sul governo scelto, e su di lui, diminuire. “Abbiamo bisogno di nuovi cervelli e nuovi cuori nel governo”, ha detto il presidente in un discorso ai parlamentari prima del voto – momento in cui ha attaccato Honcharuk per non essere stato in grado di fermare la crisi industriale e per non aver raggiunto gli obiettivi di riscossione delle imposte.
“Abbiamo promesso ai cittadini di vincere la guerra alla corruzione e non è stato nemmeno un pareggio – ha aggiunto il presidente – […] le aspettative dei cittadini sono enormi e la loro pazienza si sta esaurendo […] Abbiamo bisogno di risultati oggi”. La nomina di primo ministro passerà adesso a Denys Shmygal, nominato vicepremier lo scorso mese (quasi come incarico introduttivo), indicato da Zelensky come successore e in via di approvazione dalla Rada già nelle seduta odierna.
In un breve discorso ai legislatori, Honcharuk ha sottolineato la bassa inflazione e la stabilità macroeconomica tra i suoi successi e ha elogiato la leadership di Zelenskiy: “Abbiamo un buon presidente, è una persona onesta”. L’ex capo dello stato Petro Poroshenko ha invece criticato il presidente per il rimpasto, sostenendo che è stato un metodo per far pagare al gabinetto di governo gli insuccessi e il calo di popolarità della presidenza.
Compito immediato per il nuovo esecutivo, sarà convincere il Fondo monetario internazionale che continuerà il percorso di riforma e garantirsi un pacchetto di prestiti da 5,5 miliardi di dollari concordato a dicembre.