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Tripoli invia 30 medici per aiutare l’Italia a combattere il coronavirus

Il Governo di accordo nazionale libico, Gna, ha lanciato un’operazione medica per assistere l’Italia nel contrasto alla diffusione del nuovo coronavirus. Da Tripoli, sede dell’esecutivo internazionalmente riconosciuto sono stati inviati 30 medici libici per gli ospedali italiani.

Secondo quanto si legge in un comunicato del Gna ripreso da Agenzia Nova, l’invio è stato predisposto in coordinamento con il Centro nazionale contro le malattie di Tripoli. La solidarietà libica è arrivata a valle di un colloquio telefonico che il ministro Esteri italiano, Luigi Di Maio, ha avuto oggi con l’omologo libico, Mohammed Siyala.

La lotta alla pandemia è un elemento cruciale anche per la Libia. È un anno che Tripoli è sotto attacco da parte del capo miliziano dell’Est, Khalifa Haftar – anche oggi l’aeroporto Mitiga di Tripoli è finito sotto attacco. Un piano, quello dello scontro militare e della guerra civile giocata anche da attori esterni, che è tuttora in stallo. L’epidemia, invece, è un altro piano inclinato su cui rischia di scivolare l’intero Paese, sia la Tripolitania che la Cirenaica, dove l’amministrazione militarista haftariana ha usato la questione sanitaria come elemento per campagna propagandistica, per esempio inviando aiuti all’Ovest del paese – mentre intanto, oggi, il primo caso è stato registrato a Bengasi, la roccaforte di Haftar, un’area che in realtà potrebbe essere piena di contagi visto il rapporto osmotico con l’Egitto, dove c’è un alto numero di casi positivo.

Il rischio della diffusione virale è alto, ci sono ampie zone della Libia (come il Fezzan) dove l’amministrazione è praticamente in mano ai contesti tribali locali. Altri potenziali punti di non-controllo sono i centri per migranti, e in generale le strutture sanitarie del Paese potrebbero non essere preparate per la diffusione epidemica. Un altro spazio in cui il governo libico si cosa la propria credibilità, dopo la crisi economica innescata dal blocco delle esportazioni petrolifere imposto da Haftar, che ha portato Tripoli a ritardi nel pagamento degli stipendi del settore pubblico, ad un crescente malcontento tra la popolazione.

La dura crisi economica e l’assenza di un forte appoggio internazionale stanno mettendo a dura prova il governo di Tripoli che, con la diffusione del coronavirus e con un possibile collasso del già fragile sistema sanitario libico, metterebbe il governo di Tripoli di fronte ad un’ulteriore crisi”, scrive Mattia Giampalo del Cespi in un report pubblicato per l’Ispi.

L’aiuto al governo italiano in una fase delicata rappresenta un modo per mantenere aperta la linea politica che da sempre unisce Roma a Tripoli. Nella competizione degli aiuti giocata dalle potenze internazionali sul territorio italiano, ci sono alcuni Paesi che invece cercano di dimostrare vicinanza attraverso “grandi gesti”, come definiscono l’invio tra i corridoi del governo tripolino.

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